Ideologie? No, potere

Ho sentito un signore di una certa età – quanto serve per ricordare certe cose – lamentarsi perché nella politica mondiale non si capisce più niente. Una volta, diceva, c’erano le ideologie e tutto era chiaro: l’America era per la democrazia capitalista, l’Urss e la Cina per il comunismo e la dittatura del proletariato, si capiva l’ostilità fra i due sistemi; ma adesso? Provo a rispondere. Lo dicevano già Machiavelli e Marx, sia pure con parole molto diverse l’uno dall’altro. Per l’uomo di potere conta solo il potere, il dominio: averlo, consolidarlo, allargarne sempre più i confini, fino a che non trova uno come lui che lo ferma.

L’ideologia è solo una copertura, un pretesto, uno strumento per farsi obbedire dal popolo. Non è sempre vero, o non del tutto: nella politica troviamo anche uomini che non pensano al potere come fine a se stesso: come De Gasperi, Adenauer, Schuman. Ma a livello planetario le superpotenze si fronteggiano per il dominio del mondo, o almeno di un pezzo di mondo, con o senza ideologie. Quando l’Urss mandò i carri armati in Ungheria nel 1956 e a Praga nel 1968, aveva il pretesto della difesa del socialismo (l’ideologia), ma quello che voleva difendere era il suo dominio. L’uomo che poteva sembrare il più ideologico, Stalin, non lo era affatto: nel 1939 si era alleato con Hitler per spartirsi con lui la Polonia e i tre Paesi baltici, si rivoltò contro la Germania quando questa tentò l’invasione della Russia, e a quel punto si alleò con le potenze democratiche occidentali, ma in cambio pretese ed ottenne il dominio dell’Europa centro-orientale.

Quel dominio, appunto, che i suoi eredi difendevano con i carri armati nel 1956 e nel 1968. Adesso al posto di Stalin è arrivato Putin: lui non è ideologico e non fa nemmeno finta di esserlo, la Russia è piena di capitalisti, ma la politica di potenza è sempre quella. L’Ucraina non deve diventare una pedina della potenza americana. Ma in fondo è la stessa logica che aveva portato gli Usa in Iraq e altrove. Potrebbe essere il compito dell’Unione europea portare a livello mondiale uno spirito di pacifica collaborazione; ma ammesso che sia possibile, ne siamo ancora molto lontani.