700 anni e guardare avanti

Inaugurazione dell'Anno accademico dell'Università di Perugia

Con grande solennità e partecipazione sabato scorso 9 febbraio è stato inaugurato il 700’Anno Accademico dell’Università di Perugia fondata nel 1308. Pur andando con la memoria al passato, rievocato con pertinenti riferimenti storici dall’Arcivescovo di Perugia mons. Giuseppe Chiaretti nell’omelia fatta alla messa nella chiesa dell’Università, e dal Rettore all’inizio della sua relazione nell’aula magna, l’inaugurazione ha subito voltato pagina ed ha rivolto l’attenzione al presente e al futuro dell’insegnamento e della ricerca universitaria, sia nella relazione del rettore Francesco Bistoni, alieno da forme retoriche e molto centrato e documentato sulla situazione presente e le sue difficoltà, sia nella relazione dello studente e della responsabile del personale tecnico Letizia Petrolata, e ancor più nel discorso del presidente della Camera dei deputati Fausto Bertinotti. L’università oggi è diversa da come era quando la frequentavano gli attuali politici, e questi devono pertanto rendersi conto delle modifiche avvenute e provvedere per dare risposte adeguate all’aumentato numero degli studenti, alla moltiplicazione inverosimile dei corsi di laurea, all’aumentato costo dei servizi ed alla diminuzione delle risorse messe a disposizione dal Governo. Sulla base di ciò si attende dal prossimo Governo del Paese un cambiamento di rotta e una messa in primo piano delle esigenze della ricerca scientifica, che non può essere assente nell’Università, pena la perdita della sua essenza. A questo settore della vita universitaria sono stati destinati 110 milioni nell’anno trascorso; nel complesso delle attività l’istituzione universitaria rappresenta un’azienda di primo ordine in Perugia e nell’Umbria, con i suoi 35 mila studenti, di cui 2.000 stranieri e una grande percentuale da fuori regione. Per questo la città e la regione, secondo Bistoni, devono riconoscersi in maniera sempre più evidente come città e regione universitarie, con ciò che tale consapevolezza comporta. Una relazione puntuale e applaudita è stata quella dello studente Luca Pitoni, il quale ha ricordato la studentessa inglese uccisa barbaramente il 1’novembre scorso ed ha rivendicato il valore e l’importanza dello studio universitario e dello stile di ricerca e dialogo proprio di quest’istituzione. A questo proposito ha lamentato che una sparuta minoranza di docenti e studenti abbiano impedito la visita di Benedetto XVI all’Università di Roma La Sapienza ed ha citato la frase in cui il Papa invita ad ‘essere rispettosi delle opinioni altrui’ raccogliendo applausi da tutta l’assemblea. Pitoni ha criticato anche la politica di aumentare le tasse d’iscrizione, l’invecchiamento dei docenti, la carenza di investimenti per la ricerca: appena l’1,1 % del Pil, mentre francesi e tedeschi spendono il 2,12 e il 2,51, per non parlare della Svezia che spende il 3,82 (dati del 2006). C’era attesa anche per quello che avrebbe detto Bertinotti che ha rimarcato l’importanza dell’Università per lo sviluppo della cultura e della civiltà e per la formazione di competenze adeguate di nuovi saperi nelle trasformazioni economiche e sociali. Il capo dei goliardi ha poi letto il papiro in cui Bertinotti, che ha una villa a Massa Martana, è stato nominato Duca di quella cittadina. Nella ormai tradizionale messa che si celebra prima della cerimonia ufficiale mons. Chiaretti ha ricordato anche i 50 anni della restituzione della chiesa alle funzioni sacre, mentre prima era stata adibita ad aula magna.

AUTORE: Elio Bromuri