“ E’ la fiducia che ci aiuta a dire di Sì: alla vita al nostro essere ‘con tutti e per tutti’, e questo Sì non ha bisogno di essere rinnovato”: con queste parole si è aperta la Veglia dell’ adesione dell’Azione cattolica di Perugia- Città della Pieve nella chiesa di S. Maria della Speranza ad Olmo il 4 dicembre.
L’Ac infatti, come ogni anno, celebra la festa dell’Adesione nel giorno dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre. Lo slogan scelto per l’adesione 2021 è: “A tutto campo!”. Un invito, come si legge nella nota diffusa dall’Azione cattolica nazionale, a riscoprire “la gioia di incrociare lo sguardo dei fratelli e delle sorelle nella vita di ogni giorno e di comunicare, anche attraverso l’incontro visivo, l’entusiasmo di appartenere all’Azione Cattolica”. Si tratta infatti di un importante ritorno in presenza, dopo l’interruzione causata dal Covid-19, per tutte le associazioni parrocchiali e diocesane di Ac e anche per quella di Perugia, tornata a celebrare dal vivo la Festa.
E’ stata la voce di Carlo Carretto ad accompagnare la riflessione per scoprire il senso profondo della scelta: non la richiesta a Dio di benedire pensieri e progetti solo ‘nostri’, ma la disponibilità ad aderire alla volontà del Signore. Le parole di fratel Carlo hanno ricordato che il Signore “ha voluto per amore che gli uomini fossero collaboratori suoi nella salvezza, ma il limite del loro potere è ben piccolo e determinato: è il limite del filo rispetto alla corrente elettrica: Noi siamo il filo, Dio è la corrente. Tutto il nostro potere sta nel lasciar passare la corrente”. Il nostro atteggiamento deve essere quello di attendere, non preparare piani far silenzio, facendo vivere in noi la carità, che è Dio in noi, e che ci suggerirà al momento opportuno quando inginocchiarsi e quando partire.
Tema ripreso dalle parole di Papa Francesco nell’ udienza del 30 aprile all’ AC: “ l’ azione appartiene al Signore, i programmi gli organigrammi servono, ma come punto di partenza, quello che porta avanti il Regno Dio è la docilità allo Spirito”. Il papa inoltre ha detto che la pandemia ha mandato all’ aria tanti progetti, ma “ha chiesto a ciascuno di confrontarsi con l’ imprevisto” e accogliere l’ imprevisto significa restare docili allo Spirito e fedeli alla vita degli uomini e delle donne del nostro tempo, ascoltandone i bisogni e intrecciando relazioni fraterne.
Centro della veglia è stato l’ ascolto del brano dell’ anno, Luca 4, 14-22: Gesù nella sinagoga di Nazaret legge il rotolo del profeta Isaia e “gli occhi di tutti erano fissi su di lui”. Don Riccardo Pascolini, assistente diocesano, nel suo commento ha evidenziato tre passi che siamo chiamati a vivere: essere capaci di ascoltare la Parola, i fratelli, la vita; essere capaci di attualizzare la Parola, cosciente che per renderla carne occorre il nostro sì, la nostra umiltà e docilità; essere capaci di annunciare la Parola, raccontando che la nostra vita è unica e bella perché Dio la ha visitata.
Mario Rossi