La ‘medicina’ delle neo-mamme

SPOLETO. Convegno sulla donazione di cordone ombelicale, e quindi di cellule staminali

Le cellule staminali prelevate da sangue del cordone ombelicale sono una preziosa risorsa per la cura di molte malattie. Esistono già delle ‘banche del cordone ombelicale’, e in Umbria in due ospedali: quello di Terni e ora quello di Spoleto, si sono attrezzati per rendere possibile alle mamme che lo desiderano di donare il proprio cordone ombelicale. Di questa possibilità della medicina, che non pone problemi etici, si parla al convegno organizzato dall’arcidiocesi di Spoleto-Norcia, dalla Asl numero 3 dell’Umbria, dal Comune di Spoleto e dall’associazione Scienza & Vita di Spoleto, venerdì 18 gennaio. Esperti e studiosi, tra cui il prof. Ignazio Marino, presidente della commissione Sanità del Senato, si confronteranno sull’attualità e le prospettive delle cellule staminali. Tra i relatori il dott. Giulio Martines, primario del reparto di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale San Matteo degli Infermi di Spoleto; reparto in cui è possibile la donazione del cordone ombelicale. Dottor Martines, anzitutto, che cosa sono le cellule staminali? ‘Sono cellule pluripotenti, cioè in grado di svilupparsi in direzioni diverse, riproducendo cellule di organi o di apparati, come quelle allo stato embrionale. Daranno poi origine ad altri tessuti. Possono provenire sia dagli embrioni, e questo è motivo di discussione dal punto di vista bioetico, sia dal sangue contenuto nella placenta e nel cordone ombelicale, sia dall’adulto’. Qual è la loro applicazione in campo medico e terapeutico? ‘Le cellule staminali sono una grande speranza per la ricerca. Attualmente sono utilizzate per curare con particolare aggressività i tumori ematici come la leucemia, il morbo di Hodgkin e altre. Esse sono più utili all’oncologo che le utilizza che al ginecologo, il quale, in buona sostanza, le preleva solamente’. Come avviene il prelievo? ‘Quando una donna ha partorito, si seziona il cordone ombelicale, come si fa in tutte le nascite, e si raccoglie il sangue che proviene dall’aspirazione dei vasi della placenta attraverso quelli del cordone ombelicale. Se la coppia ha i requisiti previsti per la donazione ‘ assenza di malattie infettive, in primis ‘ il sangue viene trasportato in una banca del cordone (Spoleto è collegata a quella dell’Università della Sapienza di Roma, ndr), dove resta congelato, a disposizione delle persone che potrebbero averne bisogno. Potrebbe anche essere usato per lo stesso bambino’. A Spoleto, da quanto si è intrapresa questa tecnica? ‘Abbiamo iniziato circa un mese fa. Il trapianto non è un grosso intervento, anche perché parliamo di placenta e cordone, che sono parti che altrimenti verrebbero eliminate come rifiuti speciali. Non c’è nessun rischio né per la mamma né per il bambino. Noi medici dobbiamo solo far bene la nostra parte, perché la possibilità di conservare cordoni e placente con molte cellule staminali è bassa. Per il prelievo è necessario che la donna dichiari la sua disponibilità per iscritto. Per la verità è uno dei pochi casi in cui il partner viene coinvolto, cioè se ne chiede il consenso. Per garantire poi al sangue una buona conservazione è necessario fare dei piccoli esami prima del parto, e anche dopo, se il sangue viene ‘bancato”. Il Convegno sulle cellule staminali si tiene a Spoleto il 18 gennaio. Alle ore 11, inaugurazione del nuovo reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale. Alle 12 incontro con gli operatori sanitari nella palazzina Micheli. Il pomeriggio alle 15.30 il ritrovo è al chiostro di San Nicolò. Dopo il saluto delle autorità, si alterneranno negli interventi Salvatore Mancuso, dell’Università Cattolica, che parlerà dell’importanza del prelievo del cordone ombelicale; Gabriella Girelli, del policlinico Umberto I di Roma, che affronterà il tema della donazione di cellule staminali da sangue di cordone ombelicale; il prof. Carlo Petrini parlerà dei valori etici della donazione solidaristica, dedicata e per uso proprio. La relazione conclusiva, sulle prospettive mediche e politiche per l’utilizzo delle cellule staminali, è affidata al senatore Ignazio Marino, presidente della commissione Sanità del Senato.

AUTORE: Francesco Carlini - Lucia Riccetti