Per il Festival di Spoleto è iniziata la nuova era targata Giorgio Ferrara, l’uomo scelto personalmente dal ministro Rutelli per rilanciare la manifestazione ideata dall’indimenticabile maestro Giancarlo Menotti. Ferrara si è già recato a Spoleto, ha incontrato il sindaco Brunini, le autorità cittadine, i giornalisti, ha visitato i teatri, i palazzi restaurati della città, i cantieri della mobilità alternativa, ha stretto le mani di chi lo ha riconosciuto per le strade, ma soprattutto ha parlato di come intende ridare linfa a quello che un tempo fu il ‘Festival di Spoleto’. Un tempo, perché ancora non si conosce il nome della nuova manifestazione, ma che molto probabilmente si continuerà a chiamare Festival di Spoleto. Ferrara ha già fatto una buona impressione. Ha le idee chiare sia sul ruolo di Spoleto, che deve tornare ad essere una grande città, che sul Festival, rassegna che ha bisogno di un nuovo slancio. La ricetta? Per il neo direttore artistico, che presiederà anche la nuova e unica Fondazione, è semplice. Per prima cosa, è necessario creare delle sinergie con i grandi Festival internazionali: Charleston, Avignone, Aix en Provence, Edimburgo, Salisburgo, Napoli, Venezia. ‘Questo è importante – dice Ferrara – perché dobbiamo tornare a creare movimento intorno al Festival di Spoleto. Io sogno che i giovani tornino a prendere i treni e altri mezzi e, come vanno ad Avignone e Venezia, vengano a Spoleto’. La nuova manifestazione non si esaurirà nei quindici giorni estivi. E questa è un’altra bella novità. Il Festival durerà tutto l’anno, grazie all’attivazione di ‘Accademie di ricerca’ aperte al pubblico, in cui si confronteranno registi, poeti, musicisti, romanzieri, ballerini, attori, cantanti e direttori d’orchestra per cercare di trovare, attorno a un tema comune, delle proposte di soluzione scenica più moderna. Verranno adattati romanzi, sceneggiature teatrali, interpretati musicalmente grandi dipinti o sculture. Tutto questo avrà seguito nella vetrina estiva del Festival. Le maestranze, i sarti, gli scenografi, per quanto possibile, saranno spoletini. Tutte le componenti della città saranno coinvolte. Ma nel Festival ‘di Ferrara’ ci sarà anche l’apertura a culture emergenti: cinese, africana, indiana, caraibica. Tutte le nuove proposte verranno realizzate solo a partire dall’edizione 2009. Per la prossima non c’è il tempo materiale per mettere tutto in pratica. Intanto, però, verranno individuate le persone, i luoghi e i temi su cui lavorare subito dopo il 51’Festival. Il sogno di Ferrara è far dirigere il concerto finale in piazza duomo ad Antonio Pappano, che è stato il direttore più giovane delle orchestre della Royal Opera House di Londra, dirigendo sia la Royal Opera sia il Royal Ballet. Il sindaco di Spoleto, Massimo Brunini, vede nella nomina di Ferrara la svolta, la fine dei litigi con Francis Menotti. ‘Il Festival – afferma il Sindaco – aveva perso tutta la sua capacità attrattiva. Noi vogliamo che torni ad avere il prestigio internazionale che gli aveva dato Giancarlo Menotti’. Altro tema caldo sono i debiti lasciati dalla gestione Menotti junior. Chi li assolve? Lapidaria la risposta dell’assessore allo sport Gilberto Stella, già presidente della sciolta fondazione Festival: ‘I debiti, chi li fa li paga’. A Francis Menotti è stata proposta la presidenza onoraria. La risposta finora è stata un no comment. Staremo a vedere se accetterà o se continuerà la sua battaglia personale. Questa volta però senza i soldi del ministero per i Beni e le attività culturali.
Tutto un altro due mondi
La ricetta di Giorgio Ferrara per rilanciare la manifestazione: contatti internazionali e un laboratorio aperto tutto l'anno
AUTORE:
Francesco Carlini