Un bacio lungo un secolo

La Perugina festeggia cento anni di vita: dal Bacio a Nero fondente

Cioccolato fondente, gianduia, una grossa nocciola ed un cartiglio con un messaggio d’amore. Ecco il segreto di una delizia che ha fatto il giro del mondo: il bacio Perugina. Cioccolatino che è diventato presto un’icona per l’azienda produttrice, la Perugina, che quest’anno festeggia i cento anni di attività con una serie di iniziative. Queste culmineranno a Perugia il 29 e il 30 novembre, nello stabilimento di San Sisto, con il Perugina Day, che vedrà inaugurare un nuovo polo del cioccolato, nato dall’unificazione di Museo e Scuola del cioccolato. La storiaMa come nasce Perugina? ‘Tutto cominciò il 30 novembre 1907 – racconta Maria Cristina Mencaroni, direttrice del Museo del cioccolato – quando quattro soci fondatori (Francesco Buitoni, Annibale Spagnoli Leone Ascoli e Francesco Andreani) aprirono nel centro di Perugia un laboratorio artigianale per la fabbricazione dei confetti. Non del cioccolato, dunque, che era ancora un prodotto di altissima élite, ma di un prodotto a base di zucchero, più a basso costo’. Ma il decollo dell’azienda fu dovuto in particolare a Giovanni Buitoni e a Luisa Spagnoli, la cui genialità imprenditoriale e creatività ben presto decretarono il successo dell’azienda. Nel 1913, con il trasferimento nel nuovo stabilimento di Fontivegge, si cominciò a produrre la polvere di cacao: ‘Tuttora siamo leader sul mercato ‘ spiega Mencaroni ‘ con il 70% della quota: può sembrare strano, ma a quei tempi la polvere di cacao era l’unica modalità attraverso la quale, con una preparazione del tutto casalinga ed economica, gli italiani potessero accedere al gusto del cioccolato’. Gli anni Venti e TrentaGli anni Venti e Trenta furono gli anni delle novità: nel 1919 viene lanciata la tavoletta Luisa, nel 1922 il Bacio, poi la Rossana (1926), per arrivare al 1928 con la creazione della prima scatola per cioccolatini. ‘Tutti prodotti ancora considerati come regalo ‘ spiega Mencaroni ‘ e fuori concorrenza. Da quel momento gli assortimenti si moltiplicano, si producono praline, uova di Pasqua, le scatole si impreziosiscono’. Si pensa alla pubblicitàNel 1935 Perugina diventa pioniera anche nella pubblicità: sull’onda di una trasmissione radiofonica, condotta da Nizza e Morbelli, viene lanciato il concorso delle figurine dei Quattro moschettieri che si potevano trovare nelle confezioni. Fu un successo travolgente: ‘Vennero distribuite 92 milioni di figurine ‘ ricorda Mencaroni ‘ ma l’introvabilità di una figurina, quella del feroce Saladino, inasprì un po’ il concorso: la gente impazziva pur di trovare la carta mancante per finire la collezione. Nel giro di un anno Perugina triplicò il suo fatturato e l’occupazione raddoppiò. I contraccolpi sulla concorrenza indussero però Mussolini a porre fine all’iniziativa’. Altri personaggi ed attori televisivi fecero da testimonial ai prodotti Perugina: il primo fu lo stesso Mussolini, in visita alla fabbrica, con la storica frase: ‘Vi dico e vi autorizzo a ripetere che il vostro cioccolato è davvero squisito’. Poi ci fu Petrolini, le cartoline con la dedica di Totò, Dapporto. Con l’avvento della tv il più importante testimonial fu certamente Gasmann, e poi Frank Sinatra, Jean Sorel, per arrivare nel 2003 a dei testimonial d’eccezione: gli operai della fabbrica. Mentre l’Italia cominciava a registrare i primi segnali del mercato di massa, arriva la guerra: il 17 giugno 1944 Perugina viene distrutta. Fortuna volle che lo stabilimento venne ricostruito velocemente. Gli anni ’60 Nel dopoguerra, soprattuto agli inizi degli anni Sessanta, il boom economico fa crescere i consumi, che richiedono un veloce adeguamento delle strutture produttive alle nuove logiche di mercato: nel 1963 Perugina si trasferisce in uno stabilimento a San Sisto. Ormai il cioccolato non è più un bene di lusso, da regalare, ma un alimento di autoconsumo: è il periodo del carrarmato (’65), dei Flipper, dello Scatto, le tavolette per i ragazzi. In questi stessi anni Perugina è la prima azienda a sfruttare la festa della mamma e la festa di san Valentino quale occasione di regalo. Gli anni ’80 Sono gli anni in cui la comunicazione assume forme particolari: dalla campagna del ‘tubiamo’ (nasce il tubo dei baci Perugina, per cui il bacio non è più un regalo impegnativo, ma è rivolto anche ai giovani) alla ‘bacizzazione’. Alcuni luoghi vengono rivestiti con il look del bacio: pensiamo alle stazioni della metropolitana, o al Boeing 747 dell’Alitalia. De Benedetti, poi NestléNel 1985 Perugina vive due successivi passaggi: prima passa alla Cir di De Benedetti, poi nel 1988 alla Nestlé. È tempo di nuove prospettive per l’azienda, che continua a mantenere ancora la sua duplice anima: quella delle ricorrenze, dei regali e della grande distribuzione. Nel 2000 un nuovo successo: la creazione di Nero (le sfoglie), che nasce dall’esperienza di Perugina nel cioccolato fondente. Inoltre ogni anno, nelle feste, su tre cioccolatini venduti uno è il bacio Perugina, al quale di recente si è affiancata la versione in rosso.

AUTORE: Manuela Acito