‘Buoni consigli’ da sant’Ubaldo

A Gubbio due giorni di dibattito sui Consigli comunali dei ragazzi, realtà formativa troppo spesso inascoltata

Oltre 750 mila bambini e ragazzi fra gli 8 e i 14 anni coinvolti in tutta Italia, 10 mila insegnanti e 400 operatori socio-educativi, oltre a 500 amministrazioni comunali. Sono le cifre tutt’altro che trascurabili riguardanti i Consigli comunali dei ragazzi (Ccr), non tanto organi amministrativi ‘ombra’ delle istituzioni dei ‘grandi’, quanto un sistema di educazione e formazione attiva alla cittadinanza, nato in Francia negli anni ’80 e diffuso ormai in tutta Europa. In Italia esistono oltre 500 Ccr, per un totale di quasi 13.000 ragazzi eletti democraticamente alla carica di ‘consigliere’, ‘assessore’ o ‘sindaco’, in gran parte concentrati al Centro-Nord, particolarmente in Toscana ed Emilia-Romagna, con una discreta diffusione anche in Umbria, dove i Ccr più attivi sono sicuramente quelli di Corciano e di Gubbio. E proprio all’ombra di sant’Ubaldo, purtroppo con una gelida accoglienza climatica, sono convenuti delegati Ccr, esperti e pedagogisti da ogni parte d’Italia per ‘Buoni consigli’, l’annuale incontro nazionale dei Comuni italiani impegnati nelle esperienze dei Ccr. Una due giorni di incontri e dibattiti, con ampio spazio riservato alla riflessione e alla formazione degli operatori, in gran parte provenienti dal mondo della scuola e dei servizi socio-educativi. Sul palco, oltre a Walter Baruzzi, responsabile del servizio ‘Camina’ dell’Associazione nazionale comuni italiani, Giovanni Castellani, presidente di ‘Democrazia in erba’, Cristofer Baker, di Unicef Italia, Maria Rosa Massaro, del ministero della Solidarietà sociale, e diversi amministratori pubblici da diverse parti della Penisola. Ne è emerso un quadro a luci ed ombre. Se l’esperienza dei Ccr è, da un lato, uno dei migliori strumenti di educazione alla cittadinanza ma anche, come ha dimostrato la prof.ssa Marisa Bonafini, un”esperienza di promozione del pensiero’, è anche vero che tali risultati si ottengono unicamente costruendo un ambito educativo vivace, stimolante, libero dai condizionamenti spesso negativi degli adulti – in primis amministratori locali – ed immune dalle loro velleità manipolatrici. Inoltre, come emerso da altri interventi, sta proprio alla collaborazione stretta fra scuola ed amministrazioni locali far sì che la progettualità dei Ccr, che si concretizza in iniziative per il territorio, non sia frustrata dagli amministratori, che spesso non realizzano e non finanziano quanto i ragazzi chiedono di costruire nell’interesse dei giovani e della collettività. Una ‘tirata d’orecchi’ rivolta ai politici presenti alla due giorni; i quali sottolineano, dal canto loro, come la mancanza totale di finanziamenti statali alle attività dei Ccr e i sempre più drastici tagli alle finanze comunali rendano spesso difficile dare concretezza ai bei progetti ideati dai ragazzi. Anzi, negli ultimi anni ben 250 esperienze di Ccr in Italia – vedi, ad esempio, il caso umbro di Gualdo Tadino – sono naufragate e molte altre, pur esistenti, vegetano. Lo Stato dovrebbe capire, invece, che i soldi spesi per i giovani sono un vero investimento per il futuro.

AUTORE: Pierluigi Gioia