Mons. Chiaretti: ‘Che fare per tanti giovani vulnerabili?’

L'omelia del Vescovo alla festa di sant'Ercolano

‘Quest’anno i festeggiamenti del Patrono delle nostre Università sono gravati dall’enorme, incredibile peso dell’assassinio di Meredith’. L’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti si è fatto voce dello sgomento che ha colto la città, e in particolare gli studenti universitari, di fronte a questo delitto. Lo ha fatto martedì sera parlando ai giovani e ai perugini che hanno partecipato alla ‘luminara’, lo ha fatto mercoledì in cattedrale nell’omelia per la festa del Santo. ‘Questo fatto – ha detto -, del tutto nuovo nelle vicende della città, ci invita a riflettere seriamente sulla ‘cultura’ e sul contesto in cui maturano un po’ alla volta tali efferati delitti. È purtroppo una cultura di immoralità giovanile, favorita dalla tolleranza d’un disordine anche ambientale che finisce per diventare connivenza, e dalla carenza d’iniziative valide per la formazione seria della personalità’. Per mons. Chiaretti questa tragedia chiede un supplemento di analisi a tutti, ‘istituzioni, autorità cittadine, università, docenti, responsabili dei singoli progetti, associazioni, e per la sua parte anche la Chiesa’. ‘Che cosa facciamo – si è poi chiesto – e soprattutto cosa possiamo fare, anche insieme, per essere di sostegno umano, spirituale, morale alla solitudine di molti giovani vulnerabili e facilmente catturabili da proposte negative (dalla droga alla prostituzione) in un contesto troppo tollerante, magari in nome di una malintesa libertà?’.’La libertà di cui abbiamo bisogno in questo momento – ha aggiunto l’Arivescovo – è prima di tutto quella morale, la libertà dalla ‘matta bestialità’, come direbbe Dante; da quel nido di serpenti, i vizi, che alberga nei nostri cuori. C’è da tornare con coraggio a quei valori religiosi e morali che abbiamo di fatto accantonato’. Ha quindi espresso vicinanza alla famiglia ‘drammaticamente provata’, invocando sulla loro sofferenza ‘il conforto della misericordia di Dio, che non dimentica nessuna lacrima e nessun dolore’. ‘Questo delitto efferato – ha concluso – deve renderci più pensosi ma anche più decisi nel combattere le cause e le occasioni, che sono prima di tutto nella coscienza e nei valori morali di ciascuno’.