Anime da ricostruire

Caritas. Gli impegni per il nuovo anno: territori montani, giovani, anziani

La Caritas diocesana è pronta a continuare, nel nuovo anno pastorale, la sua vicinanza agli ultimi, la sua attenzione verso le nuove emergenze, lo studio di progetti credibili per le necessità e le sofferenze degli uomini. Le basi di questo nuovo impegno sono state gettate nel corso dell’Assemblea diocesana. Gli operatori delle Caritas parrocchiali si sono confrontanti sulla lettera pastorale dei vescovi, Ricostruire l’anima, scritta in occasione del decennale del terremoto. Cinque gruppi di studio hanno analizzato il fenomeno sisma come un evento che ha messo a dura prova le popolazioni, che ha fatto ritornare la fede, unica sicurezza che non crolla, che ha rimesso al centro l’ascolto e il dialogo, che ha consegnato alla Chiesa le opere segno della carità. Quasi tutti i centri abitati sono stati recuperati, gran parte dei palazzi sono tornati, anche se ora vuoti, al loro antico splendore, vecchie cascine, fatiscenti già prima del sisma, sono state trasformate in signore case per l’estate. In tutta questa frenetica ricostruzione la Chiesa umbra ha ricordato che è necessario ricostruire l’anima. E ha lanciato un allarme: i paesi della montagna si stanno spopolando. La Caritas di Spoleto-Norcia ha sviscerato questo fenomeno nel suo territorio, in prevalenza montano. ‘Abbiamo le case ricostruite, ma sono disabitate – dice don Vito Stramaccia, direttore della Caritas diocesana. – Il nostro impegno, insieme alle altre istituzioni, è quello di trovare dei modi su come poter rianimare, far rivivere, queste realtà della montagna’. Un altro ambito sul quale la Caritas sarà in prima linea nel nuovo anno pastorale è il mondo giovanile, inserito nel vortice della precarietà del lavoro, o della totale mancanza di quest’ultimo. Per la cronaca, è notizia di questi giorni che una delle maggiori aziende dello spoletino, la Minerva, specializzata in rivestimenti di autobus, è stata dichiarata fallita. E tante altre situazioni di instabilità incombono. La Chiesa non può e non vuole rimanere indifferente. ‘I giovani – dice ancora don Vito – hanno bisogno di punti di stabilità per costruire una famiglia, per costruire il mondo del futuro’. L’attenzione resterà alta anche nell’universo degli anziani, che soffrono la solitudine. ‘Oggi i nostri vecchi – continua il direttore della Caritas – vengono appaltati alle badanti, che li accudiscono, e anche bene. È nostro compito, però, curare l’aspetto più spirituale’. Anche il pianeta immigrati non verrà trascurato, con la convinzione che è necessaria una maggiore integrazione all’interno della nostra società.

AUTORE: Francesco Carlini