Tante istanze hanno marciato da Perugia ad Assisi, sulle gambe di 200 mila persone. Al centro la richiesta di diritti umani per tutti, con i cattolici che hanno levato alta la loro voce. Mentre san Francesco – era scritto su uno striscione – veniva richiesto come ministro della Difesa e santa Chiara come quella della Famiglia. Il pontefice Benedetto XVI, nel messaggio inviato ai marciatori, ha ricordato che ‘la pace è dono prezioso di Dio e un esigente dovere di ciascuno’, oltre a rinnovare l’appello ‘per una pacifica soluzione dei conflitti delle varie regioni del mondo’. Il Papa ha poi auspicato che ‘l’esempio evangelico di san Francesco susciti nei credenti rinnovata coscienza della preziosa realtà della pace, quale dono di Dio ed esigente dovere di ciascuno’. Si è marciato allora per i diritti dei monaci e del popolo della ex Birmania, per la legalità invocata dai familiari delle vittime della mafia, per un’informazione libera nel nome della giornalista Anna Politkovskaya (c’era anche una delegazione russsa), per aumentare la quota del Pil che il Governo italiano destina alla cooperazione internazionale (tutt’oggi fermo a circa lo 0,2 per cento invece dello 0,7 fissato da oltre un decennio come obbiettivo irrinunciabile) e per la difesa dell’ambiente. In 200 mila – secondo le stime degli organizzatori – hanno marciato domenica da Perugia ad Assisi per chiedere ‘Tutti i diritti umani per tutti’. La Marcia della pace del 7 ottobre ha visto sfilare quest’anno meno bandiere di partiti e di sindacati, meno ‘segni’ di parte, così come era nelle intenzioni del suo ideatore, Aldo Capitini. È stata la marcia degli scout, oltre 7 mila giunti da tutta Italia secondo quanto ha affermato la Tavola della pace, accanto a don Ciotti e ai parenti di alcune vittime della mafia e a 250 volontari della Federazione degli organismi di volontariato cristiano internazionale (Focsiv). Volantini contro lo sfruttamento di un corso d’acqua in Umbria da parte di una multinazionale sono stati distribuiti dal comitato ‘Rio Fergia’. ‘Marciare quest’anno ha avuto un valore eccezionale – ha dichiarato il presidente delle Acli, Andrea Oliviero – perché la testimonianza tragica e insieme luminosa del popolo e dei monaci birmani ci invita a riscoprire una radicalità spirituale che non è intimismo, né rifiuto dell’impegno politico: è anzi la forza di affrontare ogni rischio per la pace’. Per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la Marcia della pace è stato ‘un appuntamento di rilievo per tutti coloro che dedicano il proprio impegno all’obiettivo di costruire un futuro di pace e solidarietà’. Scrivendo ai coordinatori della Tavola della pace, Flavio Lotti e Grazia Bellini, Napolitano ha ribadito che il rispetto di ogni persona, senza distinzioni di sesso, razza, religione o opinioni politiche è fra i principi ai quali si ispira l’azione internazionale dell’Italia, ‘conformemente al dettato costituzionale ed alle più nobili tradizioni civili e giuridiche del nostro Paese’. (pa .gio.)Alla veglia, anche don Milani e il TibetSabato sera, nonostante la pioggia, la cattedrale di San Lorenzo era gremita di persone – per lo più scout – venute per partecipare alla veglia ‘Sotto lo stesso cielo’, promossa da Conferenza episcopale umbra, Agesci, Libera International, Pax Christi. Un momento di preghiera, riflessione ed impegno sulla pace e i diritti umani, insieme a letture, profeti e testimoni che illuminano il cammino. La veglia, guidata da don Fabio Corazzina (Pax Christi) e Sabrina De Cianni (Agesci), è stata accompagnata da un coro di scout, ed è stata contraddistinta da gesti, segni e testimonianze. Dopo l’apertura, affidata a un brano della Populorum progressio, mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve, nel dare un saluto di benvenuto, ha ricordato la figura di Franco Rasetti, scienziato umbro che rifiutò di lavorare per la costruzione della bomba atomica. Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, ha portato il saluto di san Francesco e del Santo Padre, invitando a camminare non solo per le vie del mondo ma anche nel profondo del cuore. Cecilia Dall’Oglio (Focsiv) ha espresso l’attualità della Populorum progessio nel quarantesimo anniversario; Maresco Ballini, uno dei primi allievi di don Milani, ha ricordato l’impegno del priore di Barbiana per garantire a tutti il diritto all’istruzione. Il lama Lobsang Lungrig, monaco tibetano, e Dekyi Dolkar, dell’Associazione donne tibetane, hanno ricordato il dramma della Birmania e del Tibet. Max Bressan e Barbara Cartella, incaricati del settore pace – nonviolenza – solidarietà dell’Agesci, hanno fatto memoria dell’impegno scout della pace e della figura di Robert Baden-Powell. L’invito ad essere responsabili costruttori di pace e custodi dei diritti è stato segnato dallo ‘stand up’ (un gesto di impegno contro la povertà, legato alla campagna degli obiettivi del millenno) e dalla Fiamma dello spirito scout, segno di fraternità e di pace, che è stata accesa in Kenya il 22 febbraio scorso in ricordo del centenario dello scautismo, è giunta in Inghilterra il 31 luglio e infine a Perugia; e infine da un macigno, simbolo dell’oppressione dei diritti, via via frantumato dall’accettazione personale della fatica di questo percorso di liberazione e di pace, segno speranza per le generazioni future. Fra i presenti ricordiamo ancora don Tonio Dell’Olio (Libera International), padre Alex Zanotelli, padre Kizito Sesana, Luisa Morgantini (vicepresidente Parlamento europeo), Dina Tufano (capo guida Agesci), Chiara Sapigni (presidente della Federazione Italiana dello scoutismo), Paola Stroppiana (presidente Agesci).
Pace: un dovere esigente
La Marcia Perugia-Assisi si è svolta sotto il segno di san Francesco, ma anche dei monaci birmani che hanno sfidato il regime, e della giornalista russa Politkovskaya uccisa un anno fa
AUTORE:
Gabriele De Veris