L’Utopia raggiunta

Esce il volume completo sul restauro - durato dieci anni - della basilica di San Francesco ad Assisi

Il 5 aprile 2006, dopo un restauro durato quasi dieci anni, la basilica di San Francesco di Assisi venne definitivamente riconsegnata alla città e a tutta l’umanità. Dieci anni nel corso dei quali esperti di diversa specializzazione si sono prodigati per dare il proprio contributo nel recupero del monumento simbolo della città. Il ‘cantiere dell’utopia’ lo definirono allora, ma fortuna volle che il miracolo si compisse e le migliaia di frammenti relativi al crollo delle volte fossero in gran parte recuperati e riposizionati nel luogo d’origine. In occasione delle iniziative nel decennale del terremoto che colpì l’Umbria e le Marche, il Sacro Convento e il ministero per i Beni e le attività culturali, con la curatela di Giuseppe Basile dell’Istituto centrale per il restauro (Icr) di Roma, hanno realizzato Restauri in San Francesco d’Assisi. Il cantiere dell’utopia, ed. Quattroemme, un corposo volume su quanto in questi lunghi anni è stato fatto. Un lavoro immane e certosino, che non trovava alcun precedente nella storia e sul quale nel corso degli anni sono stati pubblicati sì dei quaderni, ma mai completi come la pubblicazione di recente presentata. ‘Si tratta infatti ‘ scrive nella presentazione Caterina Bon Valsassina, direttore dell’Icr – della tappa conclusiva ed esaustiva di un percorso di precedenti pubblicazioni con le quali l’Istituto ha voluto informare il pubblico, step by step, di ciascuna fase di intervento, dai primi risultati della ricerca sui frammenti, al restauro e ricollocazione della vela di San Girolamo e degli otto santi del sottarco della prima campata, attribuiti a Giotto giovane (2002), fino al traguardo finale della ricollocazione dei frammenti della vela di San Matteo di Cimabue (la più disastrata), della vela stellata e del costolone trasversale’. Un volume presentato da Francesco Rutelli, ministro per i Beni e le attività culturali, padre Vincenzo Coli, custode del Sacro Convento e Maurizio Galletti, soprintendente dell’Umbria, nel quale sono confluiti i contributi di diversi esperti nell’arte del restauro, ma non solo. Da Giuseppe Basile, storico dell’arte dell’Icr di Roma, istituto da oltre vent’anni al servizio della basilica, la cui esperienza, arricchita da dati, documentazione grafica e fotografica, si dimostrò sin da subito preziosa. E poi via via gli interventi di Mario Serio, Luciano Marchetti e Antonio Paolucci sulle fasi dell’emergenza, e di altri esperti nel settore del restauro e nelle innovative tecniche di realtà virtuale.

AUTORE: M. A.