Il dialogo con l’islam? Chiedi a De Foucauld

Alla Festa dei popoli presentato libro di Raffaele Luise

‘È solo con il dialogo che potremo guarire le ferite della nostra società’. La voce di Raffaele Luise è calma e ferma allo stesso tempo mentre parla della sua ultima fatica letteraria: Chiedi alla sabbia. Sulle tracce di Charles de Foucauld, edito da Cittadella. Siamo nell’aula consiliare tifernate e l’incontro è organizzato nell’ambito della 2a edizione della Festa dei popoli, l’insieme di eventi che la Caritas diocesana propone per riflettere sui temi legati all’odierna società multiculturale. Luise, informatore religioso del Giornale radio Rai (nonché inviato sui fronti caldi del globo, dall’Iraq alla Somalia), ha compiuto con quest’opera ‘un viaggio nel Mediterraneo per mettere a fuoco il valore del dialogo tra Occidente cristiano e islam, in un momento in cui aumentano le voci di chi fa riferimento allo scontro di civiltà’. I partecipanti all’affollata serata sono stati quindi fatti partecipi del lungo itinerario compiuto dall’autore sui luoghi che videro la presenza di de Foucald, da Algeri a Tamanresset. ‘De Foucauld ‘ ha sottolineato l’autore – attraversando la bolla coloniale tra ‘800 e ‘900 vi ha fatto germogliare il primo seme del dialogo con l’islam’. Dialogo – come ribadito più volte da Luise – che è intimamente un atto religioso e che sarebbe improprio ridurre all’aspetto culturale. Ma non si è trattato di un itinerario in una sola direzione. Iniziato sulle rive del Mediterraneo, il viaggio di Luise approderà su quelle stesse rive, per l’esattezza a Napoli, sulle tracce questa volta di un profeta dei nostri tempi: quel padre Alex Zanotelli che ha compiuto lo stesso percorso verso l’Occidente dei ‘dannati della terra’. ‘Dopo le prime pagine non ho potuto smettere di leggerlo fino in fondo’, afferma Raimon Panikkar nel prologo al libro, ma anche gli intervenuti alla serata non avrebbero mai smesso di ascoltare Luise narrare di Najiba e frère Alain, Najia e Adnane (solo per citare alcuni dei protagonisti del libro) e della loro ricerca di dialogo. ‘Il mondo dell’immigrazione ‘ ha concluso Luise – va vissuto non tanto come un problema, ma come una grande opportunità, culturale, sociale e, perché no?, anche spirituale’. Sembrano solo belle parole, ma l’intera esistenza di un eremita francese vissuto e morto tra i tuareg nel Sahara stanno a dimostrare che sono parole che è possibile incarnare. Come ricordava all’autore Pierre Clavarie, vescovo di Orano a sua volta vittima dei fanatici, ‘quando pretendiamo di possedere la verità o di parlare in nome dell’umanità, cadiamo nel totalitarismo e nell’esclusione. Solo il dialogo ci permetterà di disarmare il fanatismo, dentro di noi come negli altri’.

AUTORE: Moreno Migliorati