I protagonisti hanno ancora negli occhi quei momenti

Dieci anni dopo. Non solo il presidente Napolitano a Colfiorito: presenti al ricordo anche Veltroni, Bertolaso e Lorenzetti

Dieci anni dopo, Giorgio Napolitano arriva a Colfiorito attorno alle 10 e tre quarti. Scende e gira subito dietro l’auto blu per incontrare i bambini di una scuola che lo attendono col tricolore in mano. Della ricostruzione il Presidente della Repubblica parlerà, nel suo discorso, di lì a poco: ‘Risultati straordinari, che tutti devono sentire come motivo di vanto e di orgoglio’, dice. Dieci anni fa, da ministro dell’Interno, organizzò la normativa 61/98 sugli interventi urgenti post sisma per l’Umbria e le Marche, legge che dette il via alla ricostruzione. Anche lui, come aveva già fatto nel suo intervento la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, manifesterà pubblicamente il suo ‘profondo riconoscimento’ alla Chiesa e alle organizzazioni del volontariato cattolico, come ai tanti altri protagonisti dell’emergenza e della ricostruzione. Betori: grazie ai nostri vescovi e ai nostri preti ‘La Chiesa’, ha commentato dopo il discorso di Napolitano il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Giuseppe Betori, ‘è stata un soggetto importante, perché il cammino della ricostruzione è stato tutto fondato sulla collaborazione fra le istituzioni e la società civile; e la Chiesa è un soggetto fondamentale della società civile italiana, di quella umbra in particolare’. ‘Nulla si sarebbe potuto fare per queste comunità – ha continuato mons. Betori – senza la presenza attiva delle Chiesa, e di questo dobbiamo essere grati ai nostri vescovi e ai nostri preti. Proprio il ridare slancio alla vita parrocchiale – ha concluso il segretario Cei – sia nelle sue strutture visive (le chiese, i monasteri, ecc.), ma soprattutto attraverso la presenza viva dei suoi preti e dei suoi laici impegnati, come quelli della Caritas, ha rappresentato un elemento fondamentale per mantenere salda l’identità delle comunità civili di Umbria e Marche’. Veltroni: ‘Un esempio virtuoso’ Un altro protagonista di quei giorni tremendi fu Walter Veltroni, allora ministro dei Beni culturali del governo Prodi, giunto a Colfiorito qualche attimo prima di Napolitano. ‘Nella storia delle tragedie italiane con problemi di ricostruzione e di corruzione, come il Belice, questo dell’Umbria e delle Marche è stato un esempio virtuoso, oltre che un’opera gigantesca di ricostruzione del tessuto urbano e del patrimonio culturale. Il giorno stesso del crollo della basilica di San Francesco, con Prodi arrivai ad Assisi proprio mentre Bugiantella e Brunacci (i due tecnici della Soprintendenza morti sotto il crollo delle vele, ndr) erano ancora lì sotto, con i due frati. Ricordo il lavoro che facemmo per mettere subito in campo il meglio per recuperare quell’immenso patrimonio dell’umanità e per aiutare la gente. Le istituzioni lavorarono molto, da quelle locali a quelle nazionali, e oggi possiamo dire che il modello Marche-Umbria ha funzionato’. Bertolaso: ‘Ma il lavoro non è ancora concluso’ Puntuale il capo della protezione civile, Guido Bertolaso (l’applauso più grande e caloroso la gente di Colfiorito l’ha però tributato al suo predecessore, Franco Barberi): ‘Oggi siamo qui sì per commemorare una tragedia, ma anche per dirci che il lavoro non è ancora finito’, ha detto. La presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, che ha rivolto ‘il più commosso pensiero’ alle quattro vittime della basilica superiore di San Francesco ad Assisi – nominate una ad una: Claudio Bugiantella, Bruno Brunacci e i francescani Angelo Api e Zdzislaw Borowiec ‘ ha ricordato i risultati dell’Umbria al presidente Napolitano: ‘Quasi 23 mila umbri dovettero abbandonare le loro case: oggi oltre il 90 per cento è tornato a vivere nella propria abitazione, ricostruita e più sicura’. Poi ha tenuto a precisare: ‘Il fabbisogno finanziario per completare gli interventi non è comunque mai aumentato, rimanendo inalterato rispetto a quanto stimato subito dopo il sisma’. Come dire: qui i conti sono stati fatti subito e bene, i soldi li abbiamo gestiti nella massima trasparenza insieme ai cittadini, e ora aspettiamo anche l’ultima tranche promessa dal sottosegretario Enrico Letta. Per finire il lavoro, appunto.

AUTORE: Paolo Giovannelli