Il16 settembre presso il santuario della Madonna del Ponte a Narni Scalo si terrà la solenne celebrazione a conclusione del pellegrinaggio diocesano e del corso di lingua italiana per studenti stranieri delle Pontificie università romane. A presiedere la celebrazione sarà il card. Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’evengelizzazione dei popoli. Lo stesso prefetto consegnerà gli attestati di idoneità agli studenti nella chiesa di San Francesco a Narni. Come ormai tradizione, il pellegrinaggio della comunità diocesana al santuario mariano di Narni, quale segno di affidamento della diocesi a Maria, radunerà i gruppi di pellegrini provenienti da Terni, dall’Amerino e dal Narnese oltre ai 140 studenti che per tre mesi hanno seguito il corso di lingua italiana. Per partecipare al pellegrinaggio ci si può rivolgere alle singole parrocchie. Volge al termine a Terni il quinto corso di lingua italiana per gli studenti stranieri delle Pontificie università romane. La conclusione, con la consegna degli attestati da parte del prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli card. Ivan Dias, sarà domenica 16 settembre. Prima che lasciassero la diocesi, abbiamo voluto conoscere meglio alcuni di loro, che ci hanno parlato dei loro progetti. Rabenjanahary Charles Elisè, del Madagascar, diocesi di Ambositra, racconta: ‘La mia terra ha vissuto dal 1975 al 1991 sotto la dittatura, che ha portato ad una grande povertà e disuguaglianza. Ancora oggi il Governo sta cercando di risanare la situazione e di ricostruire il paese con strade, scuole ed ospedali, con l’aiuto di americani e cinesi che lavorano sul territorio. Il percorso è ancora lungo e la popolazione ha paura di ritornare in una situazione di dittatura. È certo una grande ingiustizia sapere che nel sottosuolo ci sono tante ricchezze e non i mezzi per tirarle fuori. Dopo il corso mi specializzerò in Diritto canonico e ritornerò a lavorare nella mia parrocchia’. Altre testimonianze provengono da sacerdoti di diverse nazioni. don Roach, della diocesi di Coimbatore, in India, racconta come il suo sia un Paese ‘dove coesistono ricchezza e povertà, caste, religioni, culture e lingue diverse. Dopo il corso di lingua italiana, seguirò il seminario di teologia della durata di due anni e poi ritornerò in patria ad aiutare la gente’. Invece, per Wolfgang Antonio Jonzulz, della diocesi di Puerto Cabello in Venezuela, ‘quella del mio Paese è una situazione che desta poco interesse a livello internazionale, ma ogni giorno cresce sempre di più la povertà: non ci sono possibilità lavorative, e i bambini non hanno da mangiare. Una situazione politicamente difficile, in quanto di transizione verso un governo socialista. Io mi occupo dei bambini e dei giovani, e una volta conclusa la specializzazione in missiologia, all’università Urbaniana, continuerò a dedicarmi a loro, all’educazione e l’animazione, oltre che alle missioni umanitarie’. Infine, Richard Laurenson, diocesi di Hamilton in Nuova Zelanda: ‘La situazione in Nuova Zelanda è simile a quella italiana; si cerca di aiutare i Paesi poveri a raggiungere la pace e vivere in condizioni migliori; è un Paese che vive di agricoltura, pastorizia e soprattutto di cinema. Le riprese del film Le cronache di Narnia sono state effettuate principalmente nella mia terra. Io lavoro nell’archivio della mia diocesi e, una volta concluso il corso di Diritto canonico, tornerò nella mia parrocchia e continuerò a lavorare nella mia diocesi’.
Voci di giovani sacerdoti da Paesi spesso sconosciuti
La conclusione del corso di lingua
AUTORE:
Benedetta Rinaldi