AC/AGESCI. Documento condiviso per il Patto educativo globale, le voci umbre

Un ‘noi’ generativo. Agesci e Ac insieme per il Patto educativo globale è il titolo del documento sul Patto globale per l’educazione arrivato dopo alcuni incontri tra i Consigli nazionali di Azione cattolica e Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani). Un primo passo, un piccolo segno verso un’alleanza educativa a cui Papa Francesco ha richiamato la comunità internazionale nell’ottobre del 2020 nel corso dell’evento “Ricostruire il patto educativo globale”.

Sei pagine nelle quali le due associazioni riscoprono i punti in comune dei due metodi educativi: il protagonismo dei ragazzi, la dimensione esperienziale, la partecipazione attiva, l’intergenerazionalità e la corresponsabilità.

“Il Patto, per sua natura, non limita le specificità della vita delle nostre realtà, ma è l’occasione per conoscerci meglio e collaborare affinché nel nostro tessuto ecclesiale e sociale, i bambini, i ragazzi e i giovani siano sempre più protagonisti della loro crescita umana e spirituale e delle loro scelte” spiega Veronica Rossi, delegata regionale dell’Azione cattolica umbra.

“Siamo contenti di questo documento, che ci dà l’opportunità di aprirci a collaborazioni future – confermano i responsabili regionali di Agesci, Massimiliano Cirucca e Nicoletta Vinti. – È uno stimolo a intraprendere strade che ad oggi non erano state percorse. È sempre importante lavorare in rete, e lo è ancora di più quando si parla di educazione, quindi qualunque cosa ci consenta di impegnarci nella costruzione di tali relazioni, è ben accetta”.

Sulle future collaborazioni tra Ac e Agesci Umbria “sarebbe bello aiutarci a leggere i bisogni dei giovani della nostra regione e cercare insieme soluzioni che vadano al di là di ciò che, come Ac e come Agesci, abbiamo sempre fatto”, sottolinea la delegata umbra di Ac. Punto di partenza, per Rossi, potrebbe essere il lavoro svolto nel 2019 all’Assemblea ecclesiale regionale di Foligno sulla realtà giovanile, “riflessione che la pandemia ha interrotto e che credo debba essere ripresa”.

“Nel mio percorso di crescita umana e spirituale – racconta ancora – ho aderito, in tempi diversi, a entrambe le associazioni, e il bagaglio di esperienze vissute e lo stile che ho imparato mi hanno portata a essere ciò che sono, a compiere scelte e a vivere anche la mia vita professionale di insegnante come vocazione. Adesso questo lavoro di condivisione e progettazione per l’impegno educativo viene consegnato ai territori e alle realtà locali, per diventare qualcosa di concreto”.

“È un mattoncino in più che ci aiuta a costruire insieme – commenta Vinti, neo eletta responsabile Agesci Umbria – , soprattutto ci aiuta a superare una dicotomia che si avverte spesso nelle parrocchie: o uno o l’altro”. “È importante costruire un ponte e andare insieme verso una meta – aggiunge Cirucca, il responsabile di Agesci Umbria – , e anche se si cammina a passi diversi, ci si aspetta e si va avanti insieme, proprio come insegna lo scautismo”.

In un tempo segnato dalla pandemia le alleanze tra diverse agenzie educative diventano una necessità. “Il Covid – dice Rossi – ha evidenziato tante fragilità personali, sociali ed ecclesiali, l’importanza delle relazioni umane ma anche la stanchezza e, a volte, l’incapacità di tante realtà aggregative di ripensarsi e di andare oltre il ‘si è sempre fatto così’. In questo tempo – prosegue – abbiamo compreso che ciò che facciamo necessita di nuova creatività, di essere ripensato, di costruire alleanze con altre associazioni e realtà, intra ed extra ecclesiali.

Come ripete spesso Papa Francesco, ‘per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio’. Per questo – conclude la delegata umbra di Ac – attraverso uno stile di confronto, dialogo e fraternità lo stare insieme può veramente rendere la nostra azione educativa maggiormente incisiva”.

“Da soli non si va da nessuna parte, soprattutto su aspetti come quelli educativi – commentano infine i due responsabili di Agesci Umbria – . La pandemia, nonostante i gravi danni, ha comunque portato dei frutti: la nascita di alleanze educative più che positive, che hanno al centro sempre il bene dei ragazzi”.