Il caso è proprio di questi giorni. Una persona e la sua famiglia nella disperazione più nera. “Questa persona ha un’azienda agraria e ha perso casa e stalla col terremoto del 2016. Ora che è sopraggiunta la pandemia non sa più come andare avanti e si è rivolta alla nostra Fondazione”. A parlare è Paolo Tiecco, volontario presso la Fondazione Umbria contro l’usura Onlus, dove si occupa dell’ascolto di chi chiede aiuto. “Collaboro nella Fondazione da diversi anni, sono addetto alle ‘audizioni’, ovvero al primo incontro con gli assistiti che fino a prima del Covid era in presenza mentre ora è telefonico. Poi porto avanti la pratica presentando la persona presso il Consiglio della Fondazione e proponendo una mia soluzione sulla quale il consiglio delibera”, racconta Tiecco.
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La parte più difficile del suo compito? Rispondere che per quella situazione la Fondazione non può fare molto. “In questi anni di volontariato credo di aver fatto circa 400 audizioni. Da un primo colloquio so già dire se la situazione è idonea ad essere presa in carico e quando non lo è risulta sempre doloroso”.
Negli ultimi giorni Paolo sta portando avanti una pratica speciale, una piccola battaglia per il caso dell’imprenditore agricolo terremotato.
Il caso: le difficoltà di un imprenditore agricolo dopo terremoto e pandemia
“Questa persona, umbra, di circa 40 anni, vive con la sua famiglia in una casetta della Protezione civile e anche il suo bestiame è allocato in stalle provvisorie montate sempre dalla Protezione civile. Ci ha chiamato e come di consueto mi sono fatto raccontare la sua storia, la situazione debitoria e quella patrimoniale”. A questo punto però Paolo ha capito che qualcosa non andava. “Per noi i redditi purtroppo sono un requisito fondamentale in quanto non possiamo regalare soldi, possiamo solo coprire i debiti dell’assistito attraverso un finanziamento che produce una rata e dobbiamo essere certi che questa rata sia sostenibile.
Purtroppo è così, disponiamo di fondi pubblici di cui dobbiamo rendere conto, quindi è normale ci siano delle regole ben precise. Alla fine del colloquio dunque ho dovuto dire a questa persona che sarebbe stato difficile per noi intervenire soprattutto per la mancanza di un reddito”. Il reddito a dire il vero c’è, ma è troppo basso per sostenere una rata. “Ovviamente non abbandoniamo nessuno – ci tiene a precisare Tiecco – , anche quando vediamo che la situazione sembra difficile lasciamo sempre un margine di disponibilità, ci risentiamo”.
In questo caso però la storia non è terminata qui. “Dopo alcuni giorni ci ha chiamato il padre di questo imprenditore agricolo, pregandoci di trovare un modo di agire poiché il figlio, a suo dire, aveva già tentato due volte il suicidio per via della situazione debitoria in cui si trova e adesso stava rischiando di perdere anche i trattori a causa di un contratto di leasing cui questi sono legati”. Paolo quindi ha deciso di invitare il padre dell’assistito nella sede della Fondazione, per capire meglio se questa volta fosse il caso di mandare avanti la pratica comunque.
“Ho riascoltato il racconto di questo padre e ho deciso di provare a fare qualcosa. Proporrò in questi giorni il caso dell’imprenditore agricolo al comitato di valutazione che è un nucleo ristretto di consiglieri nel quale, con la presenza della persona assistita, vengono ripercorse le tappe della sua storia e della sua situazione. Poi il comitato esprime un parere che se favorevole porta la pratica al successivo consiglio direttivo per la delibera. Non sarà facile da gestire ma dovremo trovare un modo”. Paolo in questo caso non è riuscito a dire di no. “Per lo meno vorrei che la responsabilità di dire sì o no fosse condivisa con i consiglieri”.
Come prevenire l’usura
Del Consiglio fanno parte tutti i 17 soci della Fondazione, fra cui la Regione Umbria, i Comuni di Perugia, Gubbio, Terni, Foligno e Città di Castello, tutte le diocesi umbre, Confindustria, Confartigianato e alcuni sindacati come Cisl e Cgil.
“Nell’ultimo anno le storie come questa sono sempre di più, l’onda lunga della crisi partita ben prima della pandemia si fa sentire”, commenta il consigliere di Cisl Francesco Marini.
Oltre all’attività della Fondazione, come prevenire il moltiplicarsi di tali situazioni? “Quest’anno bisognerebbe cristallizzare non solo i debiti, ma anche tutti i pagamenti che non è possibile onorare – afferma Marini – . Ci sono davvero tante persone che, nonostante la cassa integrazione, non riescono a provvedere a tutte le spese e quando anche gli ammortizzatori verranno meno, il rischio usura è elevato”.
Non solo aiuti da parte dello Stato però per prevenire un fenomeno come quello dell’usura. “La prevenzione è fondamentale e necessaria – affermano da Confindustria Umbria – , così come l’educazione alla cultura della legalità. Bisogna intervenire con azioni di sensibilizzazione soprattutto verso le giovani generazioni, specialmente verso gli studenti delle scuole medie superiori, facendo comprendere quanto sia importante un corretto e responsabile uso del denaro”.