Cuori egiziani in festa

In Italia sono oltre 15 mila, di cui 10 mila a Milano; numerosa anche la comunità di Roma. Il vescovo copto Barnaba El Soryany invita a pregare per una Chiesa soggetta a difficoltà e persecuzioni

Oltre due ore di una cerimonia religiosa molto intensa, scandita dalle lunghe e complesse melodie che un coro di giovani esegue con intonazione perfetta, a volte in lingua copta antica, altre in greco, molto spesso in italiano e persino in arabo. È la celebrazione eucaristica copto-ortodossa con cui domenica a Gualdo Tadino, nella chiesa di Santa Margherita, è stata inaugurata la prima parrocchia copta in Umbria, dedicata a Santa Marina. Sull’altare c’è l’ostensorio in cui riposa una sacra reliquia di questa monaca dell’VIII secolo, veneratissima in Oriente, le cui spoglie sono custodite a Venezia. Mons. Barnaba El Soryany, vescovo della diocesi copta di Torino e Roma (e di Gualdo), rappresentante in Italia del Patriarca di Alessandria, è provato. La cerimonia era cominciata ben quattro ore prima, sempre in questa chiesa, per poi trasferirsi nella basilica di San Benedetto, per la cerimonia ecumenica con il vescovo mons. Domenico Sorrentino. Poi, dopo un lungo corteo, salutato dalle cadenze dei tamburini e degli sbandieratori gualdesi ‘ una vera festa per tutta la comunità ‘ eccolo di nuovo a Santa Margherita, per presiedere la liturgia solenne. È però visibilmente soddisfatto. Distribuisce ai presenti, molti dei quali cattolici, il pane benedetto, il gesto con cui si conclude la liturgia. Fra telecamere e flash, la sua fronte è visibilmente imperlinata di sudore. Cominciamo a parlare, anche se non è facile nella chiesa che risuona di festa. Eccellenza, quanti sono i copti in Italia? ‘Quelli ortodossi sono oltre 15 mila, e sono praticamente tutti egiziani. A Milano c’è la comunità più numerosa: più o meno 10 mila persone, ma i copti sono numerosi anche a Roma. In tutto ci sono due diocesi: a Milano, con il vescovo mons. Cirillo, ed un’altra a Torino, il cui vescovo sono io’. E a Roma? ‘Non si può mettere un altro vescovo a Roma, perché il vescovo di Roma è il Papa. È una questione di rispetto’. Oltre a quella che nasce ufficialmente oggi a Gualdo Tadino, esistono altre parrocchie? ‘Certo. Ne abbiamo una a Torino, un’altra a Reggio Emilia, poi a Bologna ed altre località del Nord. Qui al centro ci sono una parrocchia a Firenze, una a Gualdo Tadino e ben 4 parrocchie a Roma. A sud di Roma, non abbiamo altre parrocchie e i copti sono abbastanza pochi. In totale esistono 14 parrocchie nelle nostre due diocesi, che dipendono dal Patriarcato di Alessandria d’Egitto’. In Egitto com’è la situazione? ‘In Egitto siamo fra il 12 e il 15% della popolazione (per un totale di circa 9 milioni di fedeli, ndr), mentre in Sudan i copti sono circa 2 milioni di abitanti. La situazione dei cristiani è molto difficile’. Uno dei motivi, questo, che spiega la crescente immigrazione verso l’Europa… ‘In Europa i copti, ormai, arrivano a 70-80 mila fedeli. Molti sono emigrati per sfuggire alle crescenti persecuzioni. Ma in Africa e un po’ in tutto il Medio Oriente la situazione è sempre più drammatica. In Iraq i cristiani sono in fuga: i Caldei, gli Assiri, i Siro-giacoliti e gli Armeni emigrano per sfuggire alle persecuzioni. Come ho ricordato nell’intervento durante la cerimonia ecumenica, gli estremisti islamici hanno già tolto le croci a tutte le chiese, hanno fatto mettere il velo alle donne anche cristiane e fanno pagare tasse molto alte a tutti i cristiani. Tantissimi cristiani sono profughi dalla Siria, dalla Giordania, dal Libano e anche dalla Turchia e perfino in Terra Santa. Noi copti siamo fra questi’. Che cosa si sente di dire all’Occidente? ‘Di non dimenticare il dolore che con i nostri fratelli cristiani subiamo ogni giorno. Noi chiediamo al mondo solamente di pregare per noi, perché confidiamo nel Signore per la difesa di tutti noi e dei nostri fratelli. Certo, la situazione è grave: le Chiese cristiane soffrono, sono attaccate da ogni parte. Noi non chiediamo l’aiuto di nessuno, perché ci affidiamo completamente a Dio, e la preghiera è il nostro più valido aiuto’. In poche parole, i suoi sentimenti di fronte a quello che è successo oggi. ‘Di fronte alla cerimonia di oggi, non riesco a fare nessun commento, perché mi mancano le parole. Le posso dire solo che mi ha toccato il cuore. A me, a tutti i fratelli qui presenti, il cuore è in festa. È davvero una grande festa. Sono commosso…’. E non solo lui, ma anche tutta la popolazione di Gualdo.

AUTORE: Pierluigi Gioia