Due gesti straordinari hanno restituito agli eugubini – almeno in parte – le tradizioni della devozione e della pietà popolare che si svolgono da secoli nella Città dei Ceri. Nel pomeriggio del Venerdì santo, nella chiesa di san Domenico è stata ricordata l’unzione delle piaghe di Gesù. È una consuetudine che risale agli inizi del XX secolo e che è stata ripristinata dalla Confraternita di Santa Croce della Foce alla fine degli anni 2000. Il rito – come ricorda il sito web della Confraternita – consiste nel mettere nelle cinque ferite di Gesù della “bambagia” con il balsamo di Cantiano per poi prelevarne dei fiocchi di cotone per devozione. Le macchie nere che contornano le piaghe delle mani, del costato e dei piedi del Cristo sono segno evidente dell’utilizzo nel corso degli anni passati del balsamo stesso. Quest’anno è stato il vescovo Luciano Paolucci Bedini a recitare l’antica “Preghiera delle cinque piaghe”, con il coro delle Pie Donne che ha accompagnato l’unzione con i canti della Passione. Le immagini fotografiche realizzate dalla Confraternita di Santa Croce…
In serata, il gesto non previsto né annunciato: mons. Paolucci Bedini è uscito dalla chiesa di San Domenico portando una Croce e percorrendo il tradizionale itinerario della Processione del Cristo Morto, accompagnato nella preghiera da don Mirko Orsini e don Andrea Svanosio. Il piccolo corteo processionale è stato coordinato dalla Confraternita di Santa Croce della Foce, che ha accompagnato il vescovo eugubino con alcuni “sacconi” (i confratelli incappucciati con una veste bianca e nera) con le “battistrangole” dal suono aspro e metallico e le fiaccole accese. Il tutto nel rispetto delle norme anti-Covid con persone e famiglie affacciate alle finestre e vari fedeli scesi da casa e inginocchiati lungo le strade in preghiera. Un gesto molto apprezzato dagli eugubini, a giudicare dalle interazioni e dai commenti al video trasmesso sulla pagina Facebook della Diocesi di Gubbio. Le immagini della Confraternita…