In una democrazia ‘di regime’ la voce dei cittadini vale zero

Referendum sugli stipendi dei consiglieri regionali cancellata dal Consiglio con voto unanime

Ennesima brutta vicenda. Gestita male. Finita peggio. Dopo 3 anni di rinvii pretestuosi, il referendum popolare per il dimezzamento delle indennità dei Consiglieri regionali umbri è stato dichiarato decaduto con delibera del Consiglio regionale di martedì 19 giugno scorso. Non si voterà più a novembre. Cancellati con un tratto di penna i 13.800 cittadini-elettori firmatari. Negati i più semplici diritti democratici e civici. I consiglieri regionali umbri manterranno i loro lauti stipendi. Dopo aver impedito il referendum contro lo Statuto regionale, con cavilli davvero poco onorevoli, ora viene impedito dal Consiglio regionale anche il referendum promosso dalle Liste civiche, il quale si proponeva di dimezzare le indennità dei consiglieri da oltre 20.000 euro lordi mensili, risparmiando così circa 4 milioni di euro annui (8 miliardi di vecchie lire), da recuperare (secondo le proposte del Comitato referendario) per migliorare ed incrementare i servizi sociali umbri. In realtà, in Umbria non si è mai riusciti a svolgere uno solo dei ripetuti referendum richiesti: quello contro le centrali a carbone nel 1990, quello sulle competenze in agricoltura del 1998, quelli sulla sicurezza del 2003, quello più recente per l’abrogazione dei consorzi di bonifica, quello contro lo Statuto regionale e quest’ultimo per il dimezzamento delle indennità dei consiglieri regionali. In realtà non c’è da stupirci. È un’ulteriore conferma di quel ‘regime’ intorno al quale nei mesi scorsi si è aperto e sollecitamente chiuso il dibattito. Quello che mi dispiace è che i Gruppi consiliari di opposizione abbiano perduto una buona occasione per dimostrare di non far parte di questo regime partitico. La decisione della decadenza è stata presa, infatti, all’unanimità. Anzi relatore unico è stato Andrea Lignani Marchesani, di Alleanza nazionale. Peccato. Anche perché è tempo di affrontare seriamente l’efficacia e l’efficienza della politica che spende molto e produce poco. A fronte degli stipendi dei lavoratori e dei pensionati, che sono ben misera cosa rispetto a quelli di Consiglieri e Parlamentari. A fronte anche degli abnormi aumenti di tributi locali che gravano pesantemente sulle già tartassate finanze della famiglie.

AUTORE: Pasquale Caracciolo