Numeri contingentati e prenotazione obbligatoria alle celebrazioni per san Valentino, compatrono di Terni-Narni-Amelia e protettore degli innamorati, con le varie liturgie di questi giorni da seguire attraverso le dirette sui social media per i tanti che non riescono ad accedere. Nella città dell’acciaio, è stata presieduta dal vescovo mons. Giuseppe Piemontese la celebrazione solenne sull’altare che custodisce proprio le spoglie del santo nella basilica valentiniana. La messa è stata concelebrata dal vicario generale della diocesi, mons. Salvatore Ferdinandi, e dal cappellano dell’ospedale di Terni, padre Angelo Gatto, e animata dal coro di Giulia della basilica di San Valentino.
Le immagini dalla Basilica di San Valentino
L’omelia del vescovo Piemontese
“Oggi siamo i rappresentanti della nostra comunità in questa celebrazione necessariamente in tono minore, per la presenza non consentita a tutti e per le sofferenze che nelle nostre famiglie nelle nostre comunità nella nostra città sono presenti a causa del coronavirus, a causa delle difficoltà economiche e finanziarie. Insomma una celebrazione nella quale si fa ancora più insistente la nostra preghiera e il nostro grido rivolto al Signore per intercessione di san Valentino, perché cessi questa pandemia, perché siano risparmiate le sofferenze a tanti uomini e donne della nostra città, in Italia, nel mondo intero, e soprattutto che ognuno di noi possa ritrovare la propria serenità la propria dimensione di amore vissuta in maniera libera.
Ci chiediamo – continua mons. Piemontese – quale messaggio può derivare da questa celebrazione del nostro Santo nel tempo del coronavirus. La malattia lo sappiamo è una componente e compagna della nostra esistenza, chiunque uomo-donna nella sua esistenza passa attraverso l’esperienza della malattia. Parte della passione che ci accompagna, la nostra missione è uscire vittoriosi nella lotta contro il male, in qualunque aspetto e in qualunque dimensione esso si mostri e si manifesti: nella malattia, nelle umiliazioni, nelle privazioni, nel peccato e nella morte. Il segreto della vittoria è quello che ci ha insegnato Gesù e che san Valentino ha conosciuto e sperimentato nella sua lunga esistenza fino alla morte: seguire la volontà del Padre, lottare contro il male, coltivare la viva speranza che il male più grande, la morte, non è l’ultima parola. Il segreto che ci insegna Gesù è fare la volontà di Dio e soprattutto l’amore, sentimento potente messo da Dio nel nostro cuore che può scalare ogni montagna e superare ogni ostacolo. Innanzitutto l’amore per Dio, cercato, conosciuto amato e accolto nella nostra vita come sommo bene, secondo la stessa rivelazione che ci ha dato Gesù. Ci chiediamo in quale misura viviamo e sentiamo per Dio l’amore e non soltanto paura, timore e lontananza? Gesù ci ha insegnato che Dio è nostro Padre e Dio chiede di essere amato come lui ci ama, infinitamente. Ma anche l’amore per gli uomini tutti, come dice Papa Francesco sulla scia di San Francesco d’Assisi ‘Fratelli tutti’ creati da Dio sue creature, redenti dal sangue di Cristo. L’amore anche che il Signore chiama a condividere nel matrimonio, benedetto nel sacramento del matrimonio, un amore che cresce che diventa un fuoco, un incendio. Chi lo ha scoperto e provato, trova in sé l’esplosione della felicità.
Nella tradizione san Valentino è il patrono di coloro che sono appunto carichi di amore, innamorati, bruciati dalla passione dell’amore, un amore che è dono, generosità, condivisione in maniera assoluta Un amore che Dio ha posto nel nostro cuore, ma che diventa carità, dono di se stessi, un esercizio quotidiano che cresce e che rende il mondo bello, ricco e gustoso. Purtroppo, la parola amore è una parola equivoca, ognuno la interpreta a modo suo. Ma Gesù ci ha illustrato in che modo il vero l’amore è fonte di libertà, di felicità, di pienezza, di vita. San Valentino ha seguito questo percorso, segnato da Gesù e ha testimoniato lo stile dell’amore di Gesù, donando la sua vita come il buon pastore per amore di Dio e dei fratelli, senza timore, ma liberamente, mettendo a disposizione dei fratelli la sua esistenza. San Valentino, vescovo, in tutta la sua vita ha guidato, ha donato se stesso al suo popolo, martire fino alla morte, ha testimoniato questo amore per Dio e per i fratelli.
Questo è il disegno di Dio sulla nostra città e sulla nostra chiesa. I Santi patroni non sono una scelta fatta a caso, è la provvidenza del Signore che porta una persona, un cristiano, un santo a prendere possesso di una città, di una comunità, di una famiglia, di una persona. E’ per la volontà di Dio che san Valentino è approdato qui a Terni e ha dato la sua testimonianza d’amore a favore della nostra città e della nostra chiesa. E san Valentino da qui rinnova a tutti noi la testimonianza della strada vera dell’amore, per i bambini, per i giovani, gli adulti, gli anziani, i poveri. Ecco noi siamo venuti qui in pellegrinaggio celebriamo l’Eucaristia e sperimentiamo il sacrificio di Gesù, insieme al sacrificio di Valentino, ponendo sull’altare tutti i nostri sacrifici e preghiere, quelli che ognuno sperimenta nella sua esistenza, nella sua comunità, nella sua professione, nella sua missione, perché siano carichi di amore.
In occasione della festa di san Valentino – prosegue mons. Piemontese nella sua omelia – ho voluto rivolgere un messaggio alla città che rispecchia il colore e il dolore di questa pandemia invitando tutti a celebrare la festa di san Valentino anche in tempo di pandemia. In parte mancherà la solennità usuale ed esteriore, non avranno luogo le tante manifestazioni civili e popolari, che solitamente accompagnano la festa, al fine di evitare assembramenti. Del resto l’elevato numero di malati e di morti ci richiama alla responsabilità. Molti sono colpiti da sofferenze e lutti e tutti condividiamo il dolore di tanti concittadini, o addirittura siamo stati segnati nelle nostre stesse famiglie. Le stesse gravi ristrettezze sociali ed economiche causate dalla pandemia suggeriscono parsimonia e non consentono baldorie e manifestazioni di piazza.
E tuttavia la festa del Santo patrono quest’anno può essere vissuta in un clima di più piena spiritualità di sincera devozione e di più prolungata preghiera che vuole invocare intercessione del nostro Santo per ottenere salute per i malati, conforto ai sofferenti, rinnovo degli stili di vita, la pace in Italia e nel mondo, lavoro onesto per i disoccupati, futuro equo per i giovani, solidità per l’amore dei coniugi e benessere per tutti. I cristiani, cittadini ternani hanno l’onore e il compito di custodire i resti mortali di san Valentino a nome di tutti anche di coloro che nel mondo intero, direttamente o solo per mera tradizione laica, festeggiano san Valentino di Terni, Santo degli innamorati.
Quest’anno – conclude il vescovo Piemontese – a partire dalla festa di san Valentino intendiamo fare memoria della visita di san Giovanni Paolo II alle Acciaierie a Terni visita avvenuta a 40 anni fa il 19 marzo 1981, un evento ancora vivo nella mente di coloro che hanno partecipato e raccontato con entusiasmo alle generazioni successive. Il tema del lavoro in riferimento alla nostra città sarà come il filo conduttore delle riflessioni che, a partire da questa festa, verrà trattato in occasione del quarantesimo anniversario della visita del Papa fino al mese di maggio quando festeggeremo san Giuseppe Lavoratore. San Valentino ridoni speranza al mondo, perché l’amore cresca, che esso non si sfaldi in un tempo di quarantenne crisi come quello che attraversiamo”.