Un mondo fatto di persone

Suore del Bonilli. Quella villa in cui abitano le 'ragazze di Montepincio'

Tra i vari istituti appartenenti alle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, sicuramente uno di quelli che desta maggiore considerazione e partecipazione da parte della popolazione della città e delle frazioni limitrofe è la villa ‘Don Pietro Bonilli’ che sorge sul colle di Montepincio. Generalmente conosciuta come la struttura che ospita ‘le ragazze di Montepincio’, in realtà si tratta di una comunità che offre servizio a donne, in alcuni casi non più in tenera età, colpite da disabilità gravi, sanitariamente riconosciuta nella sua funzione socio-sanitaria. Attualmente sono 21 coloro che si avvalgono del servizio residenziale e una che segue il ‘diurno’, ovvero partecipa alle attività della Casa dalla mattina al tardo pomeriggio per poi fare ritorno dai propri familiari. Le ospiti svolgono diverse attività, divise per gruppi, e con l’assistenza non solo delle religiose della casa (6) ma anche di professionisti in campo medico e psico-socio assistenziale. Attività che vanno dall’eduzione fisica ai laboratori (didattica e riabilitazione cognitiva, riciclaggio, attività teatrale, cucito, pittura, lavorazione della cera, vivaio’).La superiora dell’istituto è suor Rosita La Versa, da otto anni alla guida della struttura, la quale riconosce l’importanza di tutti coloro che ruotano attorno a Montepincio, dal personale religioso e laico (15 persone), ai volontari, provenienti da Caritas parrocchiali, anche da gruppi di aggregazione giovanile, e dal liceo scientifico ‘A. Volta’. ‘È molto importante ‘ afferma suor Rosita ‘ il contributo dei volontari, non solo per le ragazze ma anche per loro stessi che vengono ‘da fuori’, perché percepiscono una ricchezza. Partecipando, si scopre un mondo fatto di persone che, nonostante i propri problemi, le disabilità, vivono una vita felice e serena, o perché non si rendono conto o perché avvertono l’amore da parte di coloro che ruotano loro intorno, che è tanto’.In tutto ciò, si riscopre il carisma del Bonilli: ‘È stato lui ‘ continua la superiora ‘ ad accorgersi ai suoi tempi delle persone più disgraziate per la malattia, o abbandonate dalla famiglia, e ha deciso di dare una famiglia e affetto e calore a chi non l’ha avuto dalla società’. Parlando della sua esperienza personale, suor Rosita racconta: ‘Stare a Montepincio mi ha insegnato ad amare tutti coloro che non sono amati. Sono venuta con tanto timore e, più che timore, paura di non sapere accogliere e di non riuscire a stare con loro. Invece, sono state le ‘ragazze’ ad accogliermi e, oggi, non posso di dire di non stare bene. È bello stare con loro, e si riesce a dare il meglio di se stessi’.

AUTORE: Eleonora Rizzi