Invece di polemiche proviamo a dialogare

Scambio di opinioni tra il Sindaco e il Vescovo dopo la 'contestata' omelia di mons. Betori. Ceccobelli: 'C'è bisogno di analisi serie e ragionate'

Ha avuto ribalta nazionale, tra consensi e le consuete polemiche che accompagnano da qualche tempo a questa parte ogni presa di posizione della Chiesa in tema di morale e di diritti, l’omelia del segretario generale della Cei mons. Giuseppe Betori durante il pontificale in cattedrale in onore di sant’Ubaldo. Il presule, tra i ‘nuovi nemici’ che ‘tentano di espugnare le nostre città’ aveva inserito nichilismo, relativismo, aborto ed eutanasia, emarginazione, arroganza e violenza, non accoglienza di chi è diverso per etnia, cultura e religione, ingiustizia sociale, oltre a quanto oscura la verità della ‘dualità sessuale’ e scardina la natura della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Anche localmente ha provocato un botta e risposta tra il sindaco Orfeo Gortacci ed il vescovo mons. Mario Ceccobelli. Ecco una sintesi delle due posizioni, a beneficio anche dei nostri lettori. Orfeo Goracci, sindaco di Gubbio Il sindaco Orfeo Goracci prende le distanze, fa dei distinguo e ritiene non proprio coerente il riferimento all’insegnamento ubaldiano, invocato per sostenere che ‘nuovi nemici tentano di espugnare le nostre città, di sovvertire il loro sereno ordinamento e di creare turbamento alla loro vita’. ‘Utilizzare questo richiamo storico (la difesa della città dalle tante insidie, comprese quelle portate dal Barfbarossa, ndr), ben noto a noi eugubini ‘ ha commentato il primo cittadino – per continuare in una campagna di preoccupante chiusura antistorica e di un’allarmante visione integralista, ci sembra una forzatura inopportuna. Nel rispetto delle idee degli altri, non si può non sottolineare che una visione così ‘chiusa’ , che i vertici della chiesa stanno da tempo accelerando, rischia di portare indietro il Paese tutto a forme di ‘oscurantismo’ che sono figlie di altri tempi che credevano passati, e che sempre di più portano l’Italia fuori dal comune sentire ed agire dell’Europa. Diritti individuali e progresso scientifico non possono essere messi in discussione da chiusure integraliste di tipo religioso. Le forme integraliste e populiste, pur rispettando totalmente il pensiero e l’agire di milioni e milioni di persone che concepiscono e vivono la famiglia nello spirito del Family Day, vengono poi cavalcate e strumentalizzate sul piano dell’opportunità politica’. Prende occasione per ricordare che ‘nello Statuto del Comune di Gubbio’ approvato nel 1991, ‘si fa riferimento a sant’Ubaldo come santo di riconciliazione’, ma ‘ciò non mi sembra proprio nello spirito e nel messaggio che mons. Betori ha lanciato da Gubbio, dove sono prevalse chiusura, integralismo e scarsa tolleranza’. Mons. Mario Ceccobelli, vescovo della diocesi di Gubbio’Mi sorprende molto il giudizio categorico espresso sui contenuti dell’omelia e l’affermazione che nel messaggio di mons. Betori ‘sono prevalse chiusura, integralismo e scarsa tolleranza’. È la replica di mons. Ceccobelli che, dopo aver richiamato i suoi ottimi rapporti con il Sindaco ‘improntati al rispetto, alla collaborazione e oserei dire all’amicizia’, così prosegue: ‘Intanto c’è da dire che (l’omelia) conteneva argomenti molteplici e di vasto respiro, mentre il sindaco Goracci si è soffermato soltanto su un passaggio, certo significativo e di grande attualità. Ma l’analisi della realtà attuale partiva da una riflessione sulle cause negative che oggi minacciano la nostra società, e venivano indicate due correnti di pensiero che generano comportamenti pericolosi’. Dopo aver richiamato il passo nel quale venivano chiamati in causa i ‘nuovi nemici’ che ‘ tentano di espugnare le nostre città’ (aborto, eutanasia, emarginazione, dualità sessuale, famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna), così prosegue: ‘Perché, alla luce di queste sostanziali considerazioni, invece di lanciare accuse, non proviamo a ragionare serenamente? Che ci siano gravi disagi è sotto gli occhi di tutti, e allora è necessario chiedersi: da dove nascono? Chi li provoca? Si può discutere se scaturiscano dal nichilismo e dal relativismo o da altre sorgenti, ma in ogni caso hanno una loro origine, e se non si parte da questa non si possono curare i mali della società’. Mons. Ceccobelli così conclude: ‘I problemi della nostra città, come del nostro Paese, hanno bisogno di analisi serie e ragionate e non di condanne affrettate e ideologicamente connotate. Dobbiamo avere il coraggio del dialogo e del confronto per cercare insieme soluzioni idonee e condivise, per venire in aiuto ad una società sempre più alla deriva per mancanza di guide che cerchino veramente il bene comune’.

AUTORE: Giampiero Bedini