Grande festa di popolo

Festa dei Ceri. Partecipazione entusiastica dei Vescovi dell'Umbria

La festa dei Ceri è una straordinaria testimonianza di fede e di amore verso il patrono sant’Ubaldo, nella quale i valori religiosi risultano in tutta la loro evidenza. Muove da questa convinzione la decisione dei vescovi umbri di rendere omaggio al Santo eugubino accettando l’invito, formulato da mons. Ceccobelli e condiviso dal sindaco Goracci, di partecipare alla celebre manifestazione che si celebra, ormai da secoli, il 15 maggio di ogni anno, vigilia della morte di Ubaldo. Dalla scalea del palazzo dei Consoli, in una posizione privilegiata che consente di ‘gustare’ i particolari delle varie cerimonie e di vivere, quasi dall’interno, gli umori della folla, i presuli hanno ottenuto la conferma di un evento che si motiva e si giustifica con i valori religiosi. Ad eccezione dei vescovi di Città di Castello, mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, impossibilitati ad intervenire per impegni precedenti, hanno accolto la proposta del successore di sant’Ubaldo mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Arduino Bertoldo, vescovo di Foligno, mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto-Todi, ed il vescovo di Terni mons. Paglia. Invitato per celebrare il solenne pontificale in onore del Patrono, ha anticipato la sua venuta a Gubbio anche il segretario generale della Cei mons. Giuseppe Betori. ‘È una manifestazione unica – ha commentato alla fine mons. Chiaretti – che vede un popolo partecipare in maniera puntuale e corale, dando un esempio di straordinaria unità. È una sorta di sacra rappresentazione che con la mediazione di un celebrante, il vescovo sant’Ubaldo, sacralizza un momento gioioso’. E ricorda con entusiasmo alcune consuetudini della ‘mostra’, per le vie della città; la assimila a una ‘processione collegata al mondo degli ammalati, di quanti non possono partecipare’, secondo una consuetudine viva anche in altre località italiane. Conclude sottolineando che ‘la nostra presenza (quella dei vescovi umbri, ndr) intende rendere omaggio a sant’Ubaldo e ad una manifestazione religiosa ancora viva ed intensa’. Preannuncia che tutti i ‘vescovi dell’Umbria saranno presenti a Città di Castello alla prossima canonizzazione del vescovo Liviero’. Altrettanto entusiasta mons. Betori, che ha espresso ammirazione per una manifestazione ‘molto cristiana’, dove convivono ‘spirito religioso e popolare’. Concetti espressi anche da mons. Mario Ceccobelli; nel preannunciare il programma per le cerimonie religiose in onore di sant’Ubaldo, a proposito della festa dei Ceri aveva dichiarato: ‘È certo che dalla morte del patrono, nel 1160, e negli anni successivi, ha assunto un carattere profondamente cristiano. Da questo punto di vista, potrebbe essersi verificato uno dei tanti esempi di ‘inculturazione’ della fede, tipici del cristianesimo’. ‘Ultimamente – aveva aggiunto Ceccobelli – ho notato una certo timore, da parte delle famiglie dei ceraioli, di perdere i valori della festa. Le nuove generazioni, frastornate dai ritmi superaccelerati della modernità, dove tutto si consuma in breve tempo e poi si getta via, rischiano di ‘consumare’ anche i Ceri e di viverli come una delle tante esperienze della vita. Per questo ‘ conclude il Vescovo eugubino ‘ mi sembra molto importante il progetto scolastico che ha l’intento di trasmettere alle nuove generazioni i valori antichi su cui si fonda questa tradizione’.

AUTORE: Giampiero Bedini