In 4.000 con un unico obiettivo

Family Day. L'Umbria parteciperà numerosa. Esauriti tutti i posti disponibili

Non è una manifestazione ‘contro’ ma ‘per’. Per la famiglia, per le tante famiglie italiane che ogni giorno affrontano problemi e cercano di risolverli come possono. Spesso senza avere l’aiuto che meritano da parte dello Stato. È tempo, dunque, che si metta la famiglia al centro dell’attenzione della politica e della società. In questo senso il Family Day ha già raggiunto un primo obiettivo. Si è tornato a parlare di famiglia e di famiglia ‘normale’, quella cui fa riferimento l’articolo 29 della Costituzione. Il bilancio della mobilitazione in Umbria per il Family Day per Simone Pillon, presidente del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria, è già positivo e confortato dai dati dell’adesione alla giornata romana: circa 4mila persone andranno a Roma con quattro treni speciali, trenta pullman o con auto propria. Tra questi ci sono 430 bambini sotto i 14 anni e circa 300 ragazzi. Sui treni troveranno posto oltre 110 passeggini e risultano all’appello anche 6 carrozzelle per disabili. Esauriti i posti disponibili, ma negli ultimi giorni la segretaria organizzativa ha continuato a ricevere richieste di partecipazione. E questi sono solo i numeri che passano per l’organizzazione del Forum delle famiglie. Altre organizzazioni, associazioni, parrocchie dell’Umbria si sono mobilitati per il Family Day. Adesioni che vanno al di là di ogni aspettativa, segno di una crescita di interesse di cui sono stati un chiaro segnale i numerosi incontri promossi da parrocchie, gruppi e associazioni per la presentazione del Family Day invitando membri del Forum delle famiglie. Si è riproposto il metodo degli incontri nei piccoli gruppi, già sperimentato in occasione del referendum sulla fecondazione. ‘La comunicazione è passata dalla base, ha attraversato le aggregazioni laicali – spiega Pillon – per cui possiamo davvero dire che il Family Day non è un evento clericale, anzi forse ci sono anche dei parroci poco convinti o contrari, ma è un evento di popolo, di laici’. ‘Siamo andati agli incontri per parlare, ma anche per ascoltare ciò che hanno da dire le famiglie. Ho trovato quasi sempre qualche idea del Family Day sbagliata, perché basata sul giudizio che ne danno le lobby politiche contrarie, che la presentano come scontro cattolici / laici e come protesta contro i Dico. Ma quando abbiamo potuto spiegare il vero senso della giornata, la diffidenza ha lasciato il posto all’interesse e la condivisione degli obiettivi’. Pillon ha spiegato alla gente che la maniestazione non è contro i Dico ‘perché i Dico non sono l’unico problema’. Gli altri problemi? ‘Non sono state adeguatamente affrontate situazioni potenzialmente pericolose per la coesione famigliare’ spiega Pillon, che pone l’attenzione su quattro punti. Le coppie in crisi, lasciate sole davanti alla separazione o al divorzio (i numeri spesso superano quelli dei matrimoni celebrati) ‘senza prevedere percorsi alternativi alla dissoluzione della coppia’ quale potrebbe essere, aggiunge Pillon, l’affiancamento dei servizi sociali per ‘verificare se vi siano problemi economici o per aiutare al coppia ad intraprendere un percorso psicologico’, o anche la previsione di ‘sezioni specializzate sul diritto di famiglia nei tribunali’. Altro problema è la solitudine dei genitori davanti alla scelta di avere o meno altri figli, ‘senza alcun sostegno che premi il loro desiderio di avere il secondo o altri figli’. Poi il problema del regime fiscale, che ‘si accanisce contro la famiglia, al punto da premiare economicamente le coppie separate rispetto a quelle ancora soposate’; per infine arrivare ai Dico o a proposte simili che, commenta Pillon, ‘ai giovani presentano modelli simili alla famiglia ma molto più labili e friabili, senza considerare le conseguenze sociali che ciò può comportare riguardo ai figli’.

AUTORE: Maria Rita Valli