L’on. Rosy Bindi, ministro della Famiglia, l’ha fatta grossa e i suoi amici di cordata non hanno gradito. Ha indetto per il 24 maggio a Firenze una conferenza nazionale sulla famiglia, invitando tutte le organizzazioni che operano nel settore a vario titolo, escluse le associazioni di omosessuali. Uno scandalo, a parere del ministro delle Politiche sociali Paolo Ferrero, il quale ha dichiarato che diserterà quella riunione. Contrari alla decisione della Bindi anche altri ministri e membri della maggioranza. Da parte dell’opposizione si è dato plauso alla Bindi, ma la si è rimproverata per la contraddizione, avendo presentato con la Pollastrini il disegno di legge sui Dico, di cui possono usufruire anche le coppie omosessuali. Si è svluppato un ampio e aspro dibattitto, in cui la Bindi riafferma le sue posizioni dicendo che un conto è la famiglia e un conto la tutela di diritti individuali, anche di gay e lesbiche. Ma questi ragionamenti a sinistra non passano. L’assessore regionale alle Politiche sociali Damiano Stufara, venuto a conoscenza di questa esclusione, ha ritenuto che fosse ‘discriminante’, basata su teorie astratte, contraria ad un confronto largo, e che non tiene conto della concretezza delle attuali dinamiche sociali. Anche Stufara diserterà la conferenza di Firenze. In altra circostanza Stufara ha affermato che parlare di famiglia in astratto è fare ideologia, mentre la famiglia deve essere considerata nelle sue attuazioni concrete, cioè in qualsivoglia tipo di coppia. Ma è proprio qui l’ideologia, che fa assurgere soggettivamente a tipo e modello una indiscriminata fattualità, mentre è concreta e definita la concezione di famiglia naturale formata da un uomo e una donna, per la procreazione, definita dalla Costituzione. La spaccatura è evidente. Il Family Day sarà una spallata al ‘family gay’ e a tanti pregiudizi.