La piaga della dipendenza all’alcol sembra non finire mai. Una conferma arriva dalla conferenza svoltasi il 28 aprile scorso, nella sala a pianterreno di palazzo Vitelli a Sant’Egidio di Città di Castello, promossa dall’Acat e dal Goat, con il patrocinio del Comune tifernate e del Ponti Group. A fare i saluti sono stati Mirella Bianconi, presidente dell’Acat locale, e Paolo Pucci, presidente regionale. Pucci ha ricordato l’importanza della lotta contro la dipendenza da alcol, e dell’aiuto sostenuto dalle associazioni di ex alcolisti al fine di ricostruire relazioni precedentemente interrotte. A ciò hanno fatto seguito due relazioni ben dettagliate. Il dott. Antonio Rignanese, resposabile del Goat cittadino, ha analiticamente descritto il rapporto tra i giovani e l’alcol e il consumo eccessivo di bevande alcoliche nella nostra regione. Servendosi di indici e statistiche percentuali elaborate da vari istituti di ricerca nazionali (tra cui l’Istat e il rapporto alcol Oms 2002), Rignanese ha rilevato che ‘in Italia consuma alcol l’87% degli uomini e il 63% delle donne, con 3 milioni di bevitori a rischio di dipendenza. Nel 2001, 870mila ragazzi di età inferiore ai 16 anni hanno consumato bevande alcoliche, e di questi 400mila eccedono nei consumi. Il dato più sconcertante è che dal 1995 al 2001 il consumo fuori pasto ha subito un incremento del 103% nei giovani dai 14 ai 17 anni’. Quest’ultimo fenomeno gli esperti lo chiamano binge drinking, al quale il 10,2% dei ragazzi tra i 13 e i 24 anni ha avuto almeno un’esperienza. In particolare, in Umbria eccedono spaventosamente i limiti massimi di assunzione di sostanze alcoliche circa il 12% degli uomini e il 21% delle donne, in entrambi i casi con una percentuale tra le più alte della penisola. Successivamente il dott. Giovanni B. Pioda, medico capo presso la questura di Perugia, ha illustrato i metodi di prevenzione delle stragi del sabato notte, effettuati tramite controlli che misurano il tasso alcolico del conducente dell’auto. ‘Per educare i ragazzi a prevenire simili incidenti – ha spiegato Pioda – è necessario informarli in modo approfondito nelle scuole secondarie. Il compito più delicato è affidato alle famiglie, che devono spiegare i rischi della guida in stato di ebbrezza e del consumo frequente di superalcolici. Vanno spiegati anche i danni fisici e psichici dovuti all’assunzione in contemporanea di alcol e droga, prima dell’ingresso o addirittura all’interno delle più note discoteche del Perugino’.
Schiavi della bottiglia
SOCIETÈ. Allarme alcolismo giovanile
AUTORE:
Saverio Freddi