La cenerentola della società?

Famiglia. In Umbria manca una politica adeguata. Le richieste delle associazioni familiari

La Regione dell’Umbria non ha una legislazione sulla famiglia. Si tratta di una scelta, spiega l’assessore regionale ai servizi sociali Damiano Stufara, ‘per evitare un approccio ideologico che tende a definire in astratto le tipologie familiari, volendo, invece, sostenere le famiglie nelle situazioni concrete’. Per questo le politiche di sostegno alle famiglie ‘sono ricomprese nel Piano sociale regionale previsto dalla legge quadro regionale 3/97 sui servizi sociali’. Il ‘Forum regionale del welfare’ in corso a Perugia in questi giorni (3-5 maggio) sarà occasione per discutere delle scelte fatte e da fare. ‘Saranno definite – spiega l’assessore – misure per prevenire il rischio povertà per le famiglie attraverso sgravi fiscali e servizi, per esempio gli asili nido, per i quali nel 2007 sono state triplicate le risorse, e le politiche abitative’. Al Forum del welfare partecipa Francesco D’Andola, membro del Forum regionale delle famiglie, che insieme all’associazione Famiglie numerose vede un limite nelle politiche in questo settore: quello di ‘non partire da un principio che riteniamo fondamentale: riconoscere il valore di investimento per il futuro della società alla famiglia e in particolare alla famiglia con figli’. Alle istituzioni chiedono di considerare la famiglia nel suo insieme e non come una somma di individui. Ciò significa che, per esempio, ‘tasse e tariffe locali già oggi potrebbero essere applicate in modo da non penalizzare le famiglie, tenendo conto del quoziente familiare, senza attendere leggi nazionali, ma né Regione né Province né Comuni umbri lo fanno’. E non mancano altri esempi in cui la famiglia si vede penalizzata. L’addizionale comunale Irpef ‘registra aumenti generalizzati (il Comune di Perugia è passato dallo 0,1 allo 0,7%) che non tengono conto del nucleo familiare’. Sull’Ici, la tassa sulla casa, si paga in misura della superficie ‘senza considerare che una famiglia con due o tre o più figli ha esigenze di spazio ben diverse dalla coppia o dal single’. ‘I Comuni non hanno previsto detrazioni per la prima casa in relazione al numero dei componenti’ commenta D’Andola. ‘Punitiva’ nei confronti delle famiglie è anche la tariffa sui rifiuti urbani, applicata in misura della superficie e delle persone, con il risultato che ora a Perugia, dove è stata applicata, ‘ci sono famiglie che pagano più del doppio rispetto a prima’. Per non parlare, poi, delle tariffe sui consumi di acqua, luce e gas per le quali ‘lo scaglione al minimo non tiene conto del nucleo familiare e, laddove sono previste tariffe sociali, il reddito minimo richiesto non fa differenza tra single e famiglia con figli’. Se la Regione punta tutto sulle politiche sociali, il Forum le giudica insufficienti. ‘Sono buone – afferma D’Andola – ma sono assistenziali, nel senso che si occupano di dare risposte ai casi critici’ quali possono essere le famiglie a rischio povertà o le famiglie con anziani non autosufficienti e così via’ ma ‘non sono di aiuto per la famiglia in quanto tale’. Anzi, osserva D’Andola, spesso i criteri di accesso ai servizi ‘di fatto penalizzano il nucleo familiare rispetto ad altre situazioni’. Per l’accesso ai servizi la valutazione del reddito basata sugli indici Isee non tiene conto dei figli se non in misura limitata. È ciò che accade nelle graduatorie per gli asili nido, basate su meccanismi che risultano punitivi nei confronti della donna sposata, sia per la valutazione del reddito (nella coppia sposata i redditi si sommano, nelle conviventi no) che per la valutazione della necessità, ritenuta inferiore se la donna non lavora. ‘Eppure – osserva D’Andola – l’indice Isee non è obbligatorio: altre regioni e comuni si sono dati criteri diversi, che tengono conto del nucleo familiare. Perché in Umbria nessuno lo fa?’ In Consiglio regionale è depositato dal gennaio 2006 un progetto di legge presentato dai consiglieri dell’opposizione sulle ‘Politiche regionali per la famiglia’. L’auspicio del Forum delle famiglie è che venga avviato al più presto l’iter legislativo, aprendo in tal modo, su questi temi, un confronto pubblico nelle sedi istituzionali, tra le forze politiche e nella società.

AUTORE: Maria Rita Valli