Battere la malavita non è impossibile

Quest'anno, per la festa di santa Rita, Cascia si è gemellata con San Luca, città della Locride in cui la Chiesa contrasta la 'ndrangheta

In prossimità della festa di santa Rita, è tradizione che Cascia si gemelli con un’altra città dalla forte spiritualità ritiana. La prima fu la vicina Norcia nel 1958. Poi, negli anni, un susseguirsi di importanti città, anche estere. Dopo Malta, quest’anno è stata scelta una località italiana bellissima e al tempo stesso difficilissima: la Locride. Più precisamente la città di San Luca – sull’Aspromonte – e il famoso santuario della Madonna di Polsi. Per intenderci la zona della Calabria dove svolge il servizio episcopale mons. Giancarlo Maria Bregantini, il pastore che, attraverso delle cooperative, ha salvato numerosi giovani dalla malavita. Una terra fortemente devota di santa Rita; una terra tremendamente scossa dalla ‘ndrangheta; una terra pronta a riscattarsi e a far vedere all’Italia quanto di buono e bello conserva. I rapporti tra Cascia e la Chiesa di Locri-Gerace si sono intensificati lo scorso mese di ottobre, quando mons. Bregantini celebrò la messa nel santuario di Santa Rita. Parlando, poi, con gli Agostiniani, espresse le sue preoccupazioni per delle faide tra famiglie verificatesi nella sua diocesi, che avevano provocato violenza e morte. Il presule chiese ai padri agostiniani di organizzare una missione popolare tra la sua gente. Il tutto nel nome di santa Rita, donna della riconciliazione e della pace tra le famiglie. Dal 25 marzo al 1’aprile scorsi quattro agostiniani sono scesi da Cascia a San Luca, portando, di paese in paese, la Parola di Dio e il messaggio di santa Rita. Padre Gianfranco Casagrande ci ha parlato della straordinaria esperienza della missione popolare vissuta in Calabria dagli agostiniani di Cascia. ‘Sono accaduti, con la reliquia della Santa, dei fatti straordinari; oltre alla chiesa gremitissima, più di 400 persone, quasi tutti si sono confessati. Alla fine della celebrazione le donne, vestite tutte di nero, sono rimaste fino a notte fonda. Un episiodo inusuale. Io, poi, ho fatto un gesto spontaneo – dice padre Casagrande -: ho aperto la reliquia di santa Rita, mi sono tolto la croce degli Agostiniani che porto sempre con me, l’ho avvolta intorno alla teca che teneva la reliquia della santa e ho benedetto il popolo. È esploso un applauso che è durato più di un minuto. Il parroco del santuario mi diceva che durante la celebrazione in chiesa c’erano anche tanti latitanti’. Dalla missione è poi nato il gemellaggio, concretizzatosi il 26 e 27 aprile scorso. Nella Locride sono scesi: l’arcivescovo Fontana, il Commissario prefettizio di Cascia, padre Gianfranco Casagrande, mons. Dino Pallucchi, rettore del santuario di Roccaporena, e altri casciani. Nel santuario della Madonna di Polsi è stata accesa ‘ dinanzi a tantissimi fedeli – la fiaccola di santa Rita. È stata anche donata a quella zona una statua della Santa degli impossibili. Ora, accanto alle numerose persone di buona volontà che si spendono per il bene della gente, capeggiate dal vescovo Bregantini, gli abitanti della Locride hanno una speranza in più che si chiama Rita. Lei, così simile a tante donne della Calabria, guiderà sulla via del perdono e della riconciliazione coloro che seminano violenza. La fiaccola farà rientro a Cascia il 21 maggio quando, dinanzi alle autorità locali e a quelle di San Luca, verrà posta sul sagrato della basilica, con il campanone della città a distesa. Con quella luce, poi, verranno accese le migliaia di fiaccole dei pellegrini, che illumineranno il territorio di Cascia, in segno di devozione a santa Rita.

AUTORE: Francesco Carlini