Positivo il bilancio dell’iniziativa “Salute donna” della Caritas diocesana, per la prevenzione delle neoplasie dell’apparato genitale femminile. Le straniere che si sono sottoposte alla visita sono state 71, provenienti da Ucraina, Romania, Moldavia e Albania, con età prevalente compresa tra 41 e 50 anni. Lo scorso anno erano state visitate 114 donne.
“Il minor numero di visite – spiega la direttrice dell’ambulatorio della Caritas, Maria Grazia Proietti – è un dato positivo perché significa che sono aumentate le visite specialistiche ginecologiche durante l’anno. Si è maggiormente diffusa la cultura della prevenzione, intesa anche come integrazione culturale”.
L’ambulatorio ginecologico San Giovenale ha iniziato ad operare nel 2004 e l’attività specialistica viene svolta durante tutto l’anno, in collaborazione con l’azienda ospedaliera “Santa Maria” di Terni e l’Asl n. 4, che contribuiscono con le loro attrezzature e il personale medico e infermieristico.
“Un’iniziativa per la promozione della qualità della vita della donna – afferma il vescovo mons. Paglia – che migliora il benessere sociale e che amalgama ancor di più le diverse componenti della società multietnica. Una iniziativa realizzata esclusivamente da medici e volontarie a favore delle immigrate, a sottolineare ancora di più quanto, oltre all’aspetto medico, sia importante l’accoglienza e il sostegno dato alle persone in difficoltà. In questo caso specifico, ha consentito di salvare anche una donna affetta da una grave patologia, ora ricoverata in ospedale e sottoposta alle cure del caso”.
“Un momento di vicinanza a tutte le donne e a coloro che vivono, spesso sulla loro pelle i drammi, l’emarginazione talvolta anche lo sfruttamento – ricorda la dott.ssa Antonella Grimani, ginecologa – per tutelare con una testimonianza concreta la vita delle donne più deboli”.
“Questa iniziativa rappresenta un ponte” spiega il dott. Gianni Giovanni, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Terni – tra la fascia marginale della popolazione, che con difficoltà accede ai servizi sanitari, e chi eroga assistenza; va sviluppata anche su altri fronti”.
La sede della Caritas diocesana rappresenta sempre di più una vera e propria “cittadella della solidarietà” che cerca di far fronte ai diversi tipi di bisogni, a cominciare dal primo incontro con il centro di ascolto, proseguendo con l’avviamento al lavoro e passando naturalmente per la salute e l’accoglienza fraterna.