Dilatare il cuore senza confini

Lo spirito della Quaresima e della Pasqua nelle parole di suor Sandra Marin, agostiniana del monastero di Santa Chiara della Croce a Montefalco

Sta per avviarsi la grande Settimana santa. Il cammino di avvicinamento alla Pasqua di resurrezione, la Quaresima, nella nostra diocesi – così come nelle altre – è stato tempo di digiuno, di riflessione e di gesti caritativi. I ragazzi della catechesi hanno sviluppato il percorso sul battesimo e quello sull’avvio all’eucarestia; le Caritas parrocchiali si sono impegnate per la raccolta di fondi a favore delle opere e missioni diocesane; i giovani si ritroveranno a Montecassino (31 marzo) per partecipare alla giornata loro dedicata, dal tema ‘Sulle orme di san Benedetto’; i movimenti hanno dato vita a momenti di riflessione e preghiera; i religiosi e le religiose hanno organizzato ritiri per i giovani e non solo; le parrocchie, in particolare, hanno guidato tutti i fedeli all’importanza della Pasqua quale momento centrale nella vita di ogni cristiano. Di tutto ciò abbiamo sempre dato conto. Ma nella nostra Chiesa c’è una realtà viva e dinamica, uno dei cuori pulsanti della diocesi: i dodici monasteri di clausura. Nei chiostri, a Spoleto come a Montefranco, a Montefalco, Bevagna e Castel Ritaldi, così come a Trevi, Cascia e Norcia, la Quaresima e poi la Pasqua sono momenti centrali per le comunità. Al riguardo suor Sandra Marin, agostiniana del monastero di Santa Chiara della Croce a Montefalco, ci parla del periodo quaresimale come stile che dura tutto l’anno. ‘Per noi la Pasqua – dice – è un’occasione speciale per una vita più sobria, intensa nella preghiera, nel silenzio e soprattutto nell’attenzione ai problemi di questo mondo. Almeno in questo periodo particolare il nostro cuore deve essere, nella novità dello Spirito, di carne e non di pietra’. In questo momento storico travagliato, in cui sembra che anche la Pasqua stia passando in secondo in piano tra i cattolici, le monache agostiniane di Montefalco, ma con esse anche tutte le altre claustrali, ci ricordano che è necessario vivere nella sobrietà e nella carità generosa verso chi ha bisogno. ‘Una comunità di monache – dice ancora suor Sandra – non è una casta privilegiata, eletta, intoccabile e chiusa tra quattro mura. Viviamo le sofferenze, le fatiche e le gioie con cui ogni giorno gli uomini si confrontano. Chiamandoci in disparte, così come fece con i dodici apostoli, Gesù, con la grandissima responsabilità di portare i fratelli nella preghiera e nel silenzio, ci ha chiesto di dilatare il cuore senza confini’.

AUTORE: Francesco Carlini