Primo ‘anniversario’ dell’adorazione eucaristica perpetua

TRESTINA. Il Vescovo si unisce ai fedeli

Domenica 18 marzo il nostro vescovo, mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, ‘quale primo dispensatore dei misteri di Dio nella Chiesa particolare a lui affidata’, è venuto a Trestina per la celebrazione eucaristica a coronamento del primo anniversario dell’adorazione eucaristica perpetua. La sensazione forte, in questa Quaresima, è che veramente la potente mano di Dio conduce il suo popolo, tramite i suoi Mosè, verso la terra promessa, in tutti i tempi, specialmente nel nostro, anche se certi avvenimenti sembrano affermare il contrario.In questi giorni è stata presentata l’esortazione post-sinodale di Benedetto XVI Sacramentum caritatis sull’eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Il Papa ci ha ricordato che ‘l’eucaristia è una storia d’amore, è una presenza dell’amore di Dio fra gli uomini, una sua vicinanza, una sua compassione ‘ nel senso proprio di ‘compatire’ ‘ con le sofferenze umane. Questo è uno straordinario messaggio, una buona novella, che viene incontro alla grande attesa di solidarietà, di comunione che la folla di solitudine del post-moderno presenta’. Benedetto XVI lancia anche un richiamo profondo all’aspetto contemplativo della vita: l’adorazione. ‘Noi viviamo in un’epoca di fretta, dove tutto è fast, fast-food e così via. C’è bisogno di ritrovare spazi di adorazione, spazi di silenzio contemplativo, di attesa, di ascolto, di lasciarsi umilmente illuminare dall’Altro’. Non sembra mera coincidenza celebrare l’anniversario di questo piccolo, grande prodigio, che si vive nella nostra parrocchia, in comunione con tutta la Chiesa, tramite il Vescovo. È un ‘popolo’ silenzioso, orante, quasi nel nascondimento, quello degli adoratori perpetui. Sempre presenti, sempre puntuali, notte e giorno, mattino e sera. Uomini, donne, giovani, anziani, casalinghe, pensionati, studenti, impiegati, professionisti, mogli, mariti, figli, famiglie intere; anche i bambini del catechismo chiedono: andiamo da Gesù! Guardandoli con gli occhi dell’anima, si può vedere il loro volto raggiante, come quello di Mosè quando scendeva dal monte Sinai, dopo aver conversato con il Signore. Nella celebrazione eucaristica, durante l’omelia del Vescovo, le residue durezze dei nostri cuori sembravano ammorbidite: il desiderio dell’amore verso Dio e verso il prossimo, di perdonare e di essere perdonati, si faceva largo in quei meandri dell’anima rimasti in penombra, portando la luce di Cristo, vincitore di ogni morte. Ringraziamo Dio per il nostro Vescovo, per i nostri sacerdoti, tramite i quali e per l’impegno dei quali possiamo usufruire di questo immenso dono: l’eucaristia, fonte e culmine della vita.

AUTORE: G. C. P.