Assisi, la realtà immaginata

'Lo specchio di Galadriel' punta sul legame spirituale fra Tolkien e la città di San Francesco

Il legame ‘inconscio’, tra i libri di Tolkien e la vita di San Francesco, viene rafforzato dalla visita ad Assisi dello scrittore inglese nel 1955. Il fascino esercitato sullo scrittore dalla città e dalla sua spiritualità costituiscono uno dei tratti del libro Lo specchio di Galadriel (edizioni Cerchio), curato da padre Gugliemo Spirito, dell’ordine dei frati minori conventuali (ha al suo attivo un’altra pubblicazione Tra San Francesco e Tolkien), con il contributo di altri francescani che ritengono i testi dell’autore inglese carichi di significati profondi. Il volume è stato presentato venerdì 16 febbraio al Sacro convento di Assisi. Padre Guglielmo Spirito spiega l’interesse per Tolkien. ‘È iniziato per il fascino del capolavoro letterario, come capita con i capolavori letterari che spesso hanno profondità insospettate. Lui parla dell’applicabilità delle cose che uno percepisce: non amava l’allegoria, non intende allegoricamente parlare di qualcos’altro ma un personaggio, una trama, una descrizione possono essere riconoscibili e applicabili ad altre realtà e ad altri livelli. In una lettera riconosce che, senza pensarci, il suo universo interiore traspare nella sua creazione letteraria e quindi a cominciare da questo mi ha incuriosito il rapporto tra creazione letteraria, mondo reale, il modo con il quale, cose profondamente vere, possono essere percepite senza essere espresse con un linguaggio esplicitamente spirituale’. Il francescano spiega perché i testi di Tolkien sono stati al centro di corsi all’Istituto teologico di Assisi dove padre Spirito insegna. ‘Si recupera la capacità dell’immaginario e la capacità del linguaggio per cogliere la profondità delle cose. Molti giovani che insegnano religione nelle scuole, ancora prima del film, hanno scoperto che trovano un ponte di comunicazione con gli studenti molto più genuino perché direttamente ‘catechetico’, perché risana un ponte tra l’immaginario dell’uomo, la percezione della realtà, della propria umanità e la capacità di esprimerla’. Nel libro padre Spirito ricorda la visita di Tolkien ad Assisi, accompagnato dalla figlia Priscilla, nell’agosto del 1955. Alloggiarono nel monastero di Santa Colette delle suore francesi. In una lettera scritta al figlio Cristopher, Tolkien scrisse: ‘Sono ancora sbalordito dagli affreschi di Assisi’. La figlia Priscilla scrive, a proposito della processione per la festa di Santa Chiara: ‘Entrambi fummo commossi da quella esperienza’ricordo le processioni nelle strade, gente in costumi medievali e un gran suono di trombe che entrambi abbiamo trovato molto eccitante’. Priscilla sottolinea un elemento importante: ‘Penso che mio padre fosse commosso dalla grande bellezza e dell’atmosfera spirituale del posto, anche se già allora il turismo stava cominciando a minacciare il tutto, e penso che mio padre fosse rimasto scosso nel vedere che la chiesa Superiore era un museo d’arte ‘ per quanto meravigliosi i quadri di Giotto ‘ e che non vi veniva più tenuto alcun servizio’. Ancora la figlia, in una lettera, sottolinea che non aveva mai sentito parlare il padre sulla spiritualità di Francesco ‘e penso che qualsiasi legame che possa essere stabilito tra i suoi scritti e che conosceva della vita di San Francesco sarebbe a livello inconscio’. Nel libro, al di là dei riferimenti della visita in Assisi, si sottolinea, tra l’altro, l’idea di ‘lotta’, presente nel cristianesimo, che ‘unisce’ Tolkien a Francesco. E quindi per Frodo, protagonista del Signore degli Anelli, ‘è inevitabile la dimensione della lotta’, scrive Giorgio Diale nel suo intervento. Ma tanti altri sono gli spunti, come l’oscurità e la luce, che testimoniano la profondità e la spiritualità presenti nelle pagine dei suoi libri.

AUTORE: E. Q.