“Dobbiamo lavorare insieme per il bene comune, e ricreare le condizioni per il rilancio del tessuto economico-produttivo dell’Umbria, con un lavoro dignitoso per tutti”. Lo dice, a conclusione di un’intervista a La Voce, il nuovo segretario regionale della Cisl, Angelo Manzotti.
Lo scenario economico della regione – afferma – è “totalmente devastato”. Per fortuna, esistono delle “eccezioni”, che però sono “a macchia di leopardo”.
Per il 3 marzo i sindacati incontreranno la presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei, per studiare e avviare un percorso comune che consenta all’Umbria di invertire il processo che negli ultimi 10 anni ha cancellato 12.000 posti di lavoro, con una riduzione del suo prodotto interno lordo di quasi il 16 per cento, collocandola in termini economici tra le regioni del Sud Italia.
Le cause della crisi
Una delle cause della crisi – secondo il segretario Cisl – è il sistema del “massimo ribasso” nelle procedure degli appalti pubblici.
Questo comporta “impoverimento e deterioramento del valore del lavoro, totale incertezza e assenza delle garanzie di sicurezza nei cantieri e cancellazione dei diritti dei lavoratori”.
C’è poi il problema della burocrazia, che va snellita e semplificata anche a livello locale. Finora le proposte e le richieste dei sindacati, anche alla Regione, sono rimaste inascoltate. Manzotti però tiene a precisare che nei primi incontri con la nuova Giunta, soprattutto da parte della Presidente, c’è stata “disponibilità”.
È anche a causa della burocrazia regionale che non si riescono a spendere tutti i fondi strutturali stanziati dall’Ue. Ci sono almeno 10 milioni di euro disponibili e inutilizzati che, se bene investiti, con progetti che guardano al futuro e che tengono conto delle specificità e potenzialità dell’Umbria (ad esempio nei servizi, ambiente e turismo), possono diventare il volano della ripresa economica.
Soluzione? Sinergia
“Facciamo sinergia – dice Manzotti – , creiamo un’unica regia con Sviluppumbria e Gepafin per il rilancio del nostro tessuto economico- produttivo”. Anche la ricostruzione nelle aree terremotate, bloccata dalla burocrazia, è un’opportunità ma si deve intervenire subito per evitare la fuga dei residenti e lo spopolamento. Così come occorrono misure per le cosiddette “aree interne svantaggiate”, centri minori che hanno bisogno del mantenimento di servizi essenziali quali la scuola, trasporti e sanità. Con una “visione più ampia e con progetti di area, che non siano elettorali, per singoli Comuni”.
La Cisl dice basta alla politica assistenziale dei “finanziamenti a pioggia”, premiando invece le aziende virtuose (lavoro stabile e rispetto dell’ambiente) e che fanno innovazione. Servono anche nuove politiche sociali che favoriscano l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, e bisogna tute- lare la sanità pubblica, che in Umbria offre un buon livello di assistenza “grazie ai sacrifici e all’impegno del personale”.
Servono però nuove assunzioni spiega il segretario Cisl – per mantenere una “buona sanità”, così come serve nuovo personale per far funzionare gli organi ispettivi che devono vigilare sul mondo del lavoro. In una realtà come quella umbra, l’occupazione “in nero” è infatti in preoccupante crescita, favorendo così l’illegalità e aprendo spazi a personaggi e ambienti contigui alla criminalità organizzata e ad associazioni di stampo mafioso, come evidenziato da recenti indagini sulla infiltrazione della ’ndrangheta.
Disoccupazione giovanile
Una particolare attenzione la Cisl la dedica anche al problema della disoccupazione giovanile, in una regione – osserva il segretario con la più alta percentuale di giovani che non studiano e non cercano lavoro. La popolazione è sempre più anziana, e la crisi demografica ha ridotto la popolazione di 13.000 abitanti in quattro anni.
Servono dunque giovani, ma l’11 per cento di loro fugge dall’Umbria (la percentuale nazionale è di circa l’ 8 per cento), anche perché si verifica una situazione paradossale: laureati e diplomati hanno difficoltà a trovare un lavoro adeguato al loro titolo di studio, tanto che sta aumentando il numero dei cosiddetti “occupati sovraistruiti”. Contemporaneamente, però, le aziende umbre hanno difficoltà a trovare personale con la qualifica professionale richiesta.
Per il segretario della Cisl, bisogna che la Regione promuova un tavolo attorno al quale riunire sindacati, imprenditori, università, rappresentanti del mondo del credito e di quello della scuola, per creare una sinergia tra formazione e esigenze delle aziende. Da affiancare a un rilancio e potenziamento della alternanza scuola/lavoro e dell’apprendistato.
Enzo Ferrini