Un impegno che nasce dal cuore di Cristo

Dialogo ebraico-cristiano e Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), ha quest’anno per tema ‘Fa sentire i sordi e fa parlare i muti’ (Mc 7,31-37). Per chi prega senza porsi questioni teologiche complesse, come è della grande parte dei nostri fedeli, uno slancio nuovo si può trarre a partire dalla domanda: da dove nasce la preghiera per l’unità dei cristiani? La risposta di sempre: dal cuore di Cristo (Gv 17). Anche dal cuore delle Chiese che soffrono per il disagio di vivere disperse e separate, esiliate dal calore di una casa comune. Quest’anno l’invocazione dell’unità sgorga da Umlazi (Sudafrica): luogo che fu segnato dal razzismo e ancora colpito da malattie (Aids). Da lì ha origine la richiesta a ‘Colui che fa udire i sordi e fa vedere i ciechi’, che può aprire gli animi dei poveri alla speranza e i cuori dei ricchi e potenti alla parola profetica di ammonimento e di richiamo alla responsabilità. Sembra incredibile eppure, seguendo un severo editoriale di Civiltà Cattolica (16 dicembre 2006), si deve prendere atto che ‘uno dei fatti più drammatici del nostro tempo è la fame di cui ancora soffre un numero enorme di persone nel mondo di oggi’. Essendo uniti in questa prospettiva di amore disinteressato, lasciando da parte ogni arroccamento confessionale, si diffonderebbe nel mondo il profumo della speranza tra i poveri e il Vangelo riacquisterebbe il sapore di una buona notizia. Il dialogo ebraico – cristianoIl giorno prima, il 17, ritorna l’ormai tradizionale giornata del dialogo ebraico cristiano. Con quest’iniziativa i cristiani sono chiamati a prendere coscienza del debito di gratitudine che hanno verso il popolo d’Israele, popolo che ha ricevuto l’alleanza con Dio e doni mai revocati (Romani 11,29) e dal quale proviene Cristo secondo la carne. Un nuovo modo di rapportarsi per evitare che si ripropongano equivoci e conflitti che hanno avuto nel passato tragiche conseguenze, di cui la Chiesa ha preso atto e chiesto perdono (Nostra aetate 1965 e Noi ricordiamo 1998). Nell’occasione cattolici ed ebrei scelgono di comune accordo temi e testi di riflessione per la giornata che cade il 17 gennaio, vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, e dall’anno scorso si è deciso di meditare sul Decalogo, dall’iniziale ‘Io sono il Signore Dio tuo’ (2006) e poi quest’anno: ‘Non avrai altro Dio fuori di me’, che nel testo dell’Esodo suona: ‘Non avrai altre divinità al mio cospetto’ (Es 20,3). Nessuno come gli ebrei è maestro nella lotta contro gli idoli. La Bibbia ebraica è un inno a Dio, l’unico Signore, Creatore, Redentore, Pastore, Padre. Questa certezza rende i credenti uomini liberi e senza paura.

AUTORE: Elio Bromuri