La Chiesa eugubina sulle orme di Francesco: è l’invito e l’auspicio formulato dal vescovo mons. Mario Ceccobelli in una lettera diramata in occasione dell’VIII centenario della venuta di san Francesco d’Assisi a Gubbio. ‘Per la nostra Chiesa eugubina – è la premessa del presule – fare memoria della venuta di san Francesco a ottocento anni di distanza significa mettersi di fronte a un serio esame di coscienza. È possibile, in un contesto culturale totalmente diverso, seguire, passo dopo passo, il suo cammino?’. All’interrogativo risponde con una proposta in ‘sette passi’, un percorso ideale sulla scia dell’insegnamento francescano. Primo passo: avere il coraggio come san Francesco di ‘interrogarsi, indagare sulla nostra storia, affrontando anche la rievocazione delle cose che abbiamo rimosso dalla coscienza’; Secondo passo: ‘ascoltare e rispondere’ come Francesco che ‘si è rivolto a Dio con la preghiera personale, quella più autentica che scaturisce nella solitudine e nel silenzio interiore’. Da qui una sfida per tutti: ‘E noi, sappiamo metterci in condizione di ascolto? O meglio, sappiamo ‘ascoltare’, oggi, in questa cosiddetta ‘civiltà dell’immagine’ e della vita frenetica? Siamo pronti a seguire, o almeno a considerare gli impulsi che percepiamo giusti, e forse scomodi, che si affacciano alla nostra coscienza?’. Terzo passo. ‘Nell’abito nuovo. Sequela di Cristo come gioia e bellezza’, come ha fatto Francesco. ‘Ma noi, chi seguiamo e chi abbiamo seguito? Chi sono i maestri della nostra vita? Possediamo e dimostriamo la letizia che dovrebbe essere propria del cristiano?’. Quarto passo. ‘Punto di riferimento nel cammino terreno: la Chiesa di Cristo’. Francesco può considerarsi un precursore del Concilio Vaticano II per la sollecitazione e la messa in pratica dello spirito missionario e per la valorizzazione delle risorse dei laici. ‘Noi, popolo sacerdotale (presbiteri e laici), sappiamo riconoscere e armonizzare, anche in noi stessi, i carismi basilari della Chiesa? Sappiamo andare oltre le apparenze, talvolta deludenti, ed evitare superficiali generalizzazioni puntando invece verso il suo nucleo vitale?’. Quinto passo. ‘Gli ultimi come maestri’. Francesco aveva fatto della condivisione con i poveri un ideale di vita. Da qui la riflessione – interrogativo: ‘E noi, sappiamo immedesimarci nelle condizioni difficili del nostro prossimo cercando di sostenerlo concretamente’ e ‘riconoscere negli ‘ultimi’ l’immagine di Cristo e abbiamo il coraggio di seguirlo e di conquistare la povertà spirituale?’. Sesto passo. ‘Amore e preghiera: la forza del seguace’: ‘Avvertiamo l’esigenza di pregare solo per esprimere a Dio la nostra gratitudine e il nostro amore, o la nostra preghiera si limita a continue richieste?’. Settimo passo. Pace del cuore e bene comune. Francesco, uomo di preghiera, non poteva essere che uomo di pace: con Dio, con se stesso, con i fratelli e con tutto il creato. L’episodio della fratellanza con il lupo di Gubbio è figura di questa dimensione spirituale individuale, che ha le sue ripercussioni nella sfera sociale. ‘In occasione di questo ideale ritorno di Francesco nella nostra città, chiedo di aiutarci vicendevolmente a riportare la pace nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle istituzioni, nella società tutta, diventando anche noi operatori di pace’. Quindi la conclusione di mons. Ceccobelli, che è anche uno splendido augurio di Natale: ‘Vi consegno queste riflessioni invitandovi a percorrere questi sette passi dietro a Francesco per verificare il nostro stato di conversione, e così poter sperimentare e diffondere anche noi la gioia e la pace che nasce dal seguire il Signore Gesù’.
San Francesco a Gubbio
Diocesi. Mons. Ceccobelli invia a tutti una lettera natalizia in cui si fa memoria dell'arrivo del 'poverello' per seguirlo in 7 passi
AUTORE:
Giampiero Bedini