REGIONE. Prima palestra di prova per la Giunta

Taglio dei dirigenti, esercizio provvisorio del bilancio, partita dei trasporti: sono gli aspetti che catturano l’attenzione della Regione Umbria in questi ultimi giorni dell’anno. Dopo il voto del 27 ottobre, la maggioranza guidata dalla presidente Donatella Tesei sta dettando le linee streategiche per il futuro.

Taglio dei dirigenti

A partire dal risparmio delle risorse, con la diminuzione secca dei dirigenti regionali. Lo prevede, come già annunciato, una delibera che – ha commentato la Tesei – “è il primo importante passo verso l’ottimizzazione della macchina amministrativa regionale”. A partire dal 1° gennaio, i direttori dell’Ente passano da 5 (più un direttore generale il cui ruolo era previsto dall’attuale formula, ma non veniva utilizzato) a 4 direttori (o in alternativa, 3 direttori più un direttore generale).

“La riforma – ha detto l’assessore al Personale, Paola Agabiti Urbani non solo consentirà una vera e concreta spending review, con un notevole risparmio di risorse, ma permetterà sia una razionalizzazione organizzativa, al fine di rendere più efficiente e rapida l’operato della Regione, sia la valorizzazione del personale interno ed, eventualmente, esterno nel rispetto del principio del merito”.

Per la Tesei, “in questa direzione andrà anche il secondo step previsto per fine gennaio. Gli obiettivi, che passano anche da questa riforma, sono quelli di semplificare l’amministrazione regionale, di rendere l’ente in grado di rispondere efficacemente e rapidamente alle esigenze di cittadini e imprenditori, di far lavorare al meglio i dipendenti regionali e al contempo di liberare risorse da poter utilizzare per i servizi nonché per il sostegno dell’attività di sviluppo economico”.

Nella successiva delibera di gennaio verrà rivista la pianta organica, che attualmente prevede 65 dirigenti e che si fissa come meta da raggiungere la riduzione a 40 dirigenti, con la conseguente rimodulazione delle aree di competenza, seguendo schemi di assimilabilità e compatibilità tematiche. La Giunta, con il supporto della struttura regionale, valuterà man mano gli effetti della riforma, che dovrebbe portare ad un contenimento della spesa per circa 3 milioni di euro annui.

L’esercizio provvisorio del bilancio

Intanto si va verso l’esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l’anno 2020. Questo atto, che va votato dall’Assemblea legislativa entro il 31 dicembre, consente l’esercizio provvisorio fino all’approvazione del bilancio di previsione della Regione 2020-2022, comunque non oltre il 31 marzo 2020.

Il provvedimento si è reso necessario per la mancata approvazione del bilancio di previsione 2020-2022. L’assessore al Bilancio, Paola Agabiti, nell’illustrare il provvedimento, ha sottolineato come il bilancio regionale sia “un atto strategico di programmazione. Essendoci appena insediati, non avremmo potuto approvare il bilancio di previsione in pochissimi giorni. La Giunta ha la necessità di approfondire determinati aspetti”.

“Credo – ha aggiunto – che l’esercizio provvisorio sia un atteggiamento di responsabilità politica dell’Esecutivo, anche perché consente di dare continuità all’azione amministrativa. Tra l’altro, non è la prima volta che la Regione Umbria fa ricorso a questo strumento, visto che la precedente Giunta l’aveva chiesto nel 2016. Certo, per noi sarebbe stato più semplice se la scorsa maggioranza avesse approvato il bilancio di previsione. Ma questo non è accaduto. Comunque non vedo alcun problema particolare nell’esercizio provvisorio, anche perché non è nostra intenzione sfruttare tutto il tempo previsto”.

Questione trasporti

Un altro tema ‘caldo’ è quello dei trasporti, dal futuro del Frecciarossa all’aeroporto regionale. Ma è soprattutto il trasporto su gomma a creare tante preoccupazioni ai vertici regionali e ai sindaci umbri, per i continui tagli ai fondi e alle corse. Anche perché c’è un buco sui conti di Umbria Mobilità; si parla di diversi milioni di disavanzo. È una cifra che, comunque, va sanata attraverso sacrifici da parte di Regione e Comuni. E non sarà semplice trovare una via di uscita.

Emilio Querini