di Tonio Dell’Olio
Il 22 dicembre al King Saud University Stadium di Riyadh si giocherà la partita di Supercoppa italiana Juventus-Lazio. La Lega calcio ufficialmente dichiara che la scelta è stata operata per promuovere il calcio italiano all’estero.
Al netto della mia ignoranza, che non mi consente di comprendere cosa significhi “promuovere il calcio italiano”, lasciatemi il legittimo sospetto che la scelta sia caduta sull’Arabia Saudita perché è disposta a pagare fior di milioni di euro per ospitare l’evento.
L’organo istituzionale del Calcio italiano aggiunge di aver ricevuto ampie rassicurazioni per il superamento della discriminazione di genere, per cui le donne potranno assistere alla partita. Ossia, le autorità saudite hanno dichiarato che un settore dello stadio sarà aperto alle famiglie, che tradotto significa: solo a un numero limitato di donne, accompagnate dai rispettivi mariti.
Il 18 dicembre presso il Comune di Assisi, capofila della richiesta di bandire la vendita delle bombe Rwm costruite in Sardegna ai sauditi che le usano contro la popolazione yemenita, la Federazione nazionale della stampa insieme al sindacato dei giornalisti Rai e alle associazioni “Sardegna pulita” e “Donne ambiente Sardegna”, hanno chiesto alla televisione di Stato di non trasmettere la partita.
E qualcun altro dirà che non si può operare quella scelta perché troppe prove dimostrano la copertura data dai Principi wahabiti (sauditi) al terrorismo. E qualcun altro ancora ci racconterà della continua violazione dei diritti umani in quel Paese, e di un giornalista coraggioso ucciso e fatto a pezzi… E qualcun altro ci ripeterà che l’Arabia Saudita ha tanti soldi.