Marco Squarta, di Fratelli d’Italia, è il nuovo presidente del Consiglio dell’Umbria. Lo ha eletto l’assemblea al quarto scrutinio, come nelle previsioni. Paola Fioroni (Lega) e Simona Meloni (Pd) sono le vice presidenti. Ora la Regione ha concluso la fase di costruzione del nuovo assetto dell’esecutivo, dalla Giunta al Consiglio, e può guardare al futuro, a governare.
“Insieme, tutti quanti insieme, costruiremo l’Umbria del domani”, ha detto Squarta nel suo intervento di insediamento. “Ci aspetta – ha proseguito – una nuova èra di responsabilità e del riconoscimento dei doveri, che accettiamo con entusiasmo, nella consapevolezza delle difficoltà della causa. Continueremo a non essere indifferenti verso chi soffre. Creeremo le condizioni affinché ogni disabile, ogni anziano, ogni povero e ogni emarginato della nostra regione trovi le giuste risposte ai suoi bisogni.
I ritardi e le inefficienze della pubblica amministrazione, che inevitabilmente si riflettono sugli ultimi, non saranno più tollerati. In questa regione migliaia di imprese hanno interrotto le loro produzioni e attività, molte altre minacciano di chiudere.
Ci troviamo a dover affrontare sfide serie e numerose che riguardano tutti i 92 Comuni dell’Umbria. Non posso garantire che le vinceremo facilmente, né in poco tempo, ma, questo sì, in termini di impegno faremo l’impossibile. Alla resa preferiremo la speranza. È passato il tempo dell’immobilismo e della difesa degli interessi meschini”, ha concluso Squarta.
La polemica
Concluso il delicato iter delle norme e dello scacchiere politico, si è già registrata una polemica di un certo rilievo. Protagonista il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Tommaso Bori, che ha ricordato la condanna per l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto (Lega) per la diffusione di idee ritenute razziste in relazione a fatti avvenuti in Venento nel 2001.
“Avere in Giunta – ha detto Bori – una persona che ha subito una condanna è grave, ma una condanna per razzismo è inaccettabile: l’Umbria respinge le idee portate avanti dalnuovo assessore. Chiediamo alla Presidente se sapeva o era all’oscuro. La delega alle discriminazioni data a Coletto è un cortocircuito. Mi stupisce il silenzio della presidente – ha ribadito Bori – circa la condanna dell’assessore Coletto. Avete scelto una persona esterna, lontana dall’Umbria a livello geografico e di valori”.
Ha replicato, l’assessore Coletto, affermando che “sfido a trovare su internet una mia frase razzista. È vero che c’è stata questa condanna, ma è anche vero che si trattava di un reato di opinione. Sono stato riabilitato a esercitare le mie funzioni, tanto che da quell’episodio sono stato assessore regionale alla Sanità del Veneto e anche sottosegretario, e nessuno ha mai avuto da ridire”.
Sulla richiesta di dimissioni avanzata dal consigliere Bori, l’assessore è stato netto: “Può chiederle soltanto la presidente Tesei. Non c’è nulla di che preoccuparsi – ha concluso – : da quell’episodio sono passati tanti anni, e non è mai successo nulla”.
Emilio Querini
Aggiornamento: La polemica sul FrecciaRossa
Il 4 dicembre si è scatenata un’ulteriore polemica che ha visto al centro il consigliere Bori, il quale ha affermato l’intenzione dell’assessore ai Trasporti Melasecche di togliere il FrecciaRossa.
“Il primo atto del neo-assessore della Lega, Melasecche (71enne, dedito a numerosi cambi di partito, non eletto ma ripescato il Giunta dalla Presidente Tesei) sul tema dei trasporti sarà quello di togliere il FrecciaRossa Perugia-Milano, invece di potenziarlo. A suo dire i soldi possono essere utilizzati meglio: il FrecciaRossa sarebbe solo uno spot, l’alta velocità non velocizzerebbe abbastanza e servirebbe solo per il capoluogo” ha detto Bori.
Poche ore dopo è arrivata la nota di smentita della Regione Umbria. “In merito al Frecciarossa che collega Perugia con Milano e Torino va precisato che il servizio è stato confermato” e ancora si legge nella nota della Presidente Tesei “si stanno studiando soluzioni che possano offrire un servizio il più funzionale possibile alle esigenze dell’utenza”. “Appare evidente che, oltre al Frecciarossa per Milano e Torino, vi è la necessità di una serie di connessioni veloci e dirette verso mete e snodi ferroviari cruciali come Roma e Firenze”.
Anche la mancata possibilità di prenotazione dei biglietti sembra essere collegata, secondo Trenitalia, semplicemente al cambio di orari che, come accade tutti gli anni, dal 16 dicembre fino a marzo passa all’orario invernale.