Non è stata la mia prima volta in Africa, ma la quarta, e se questo non mi autorizza a dare giudizi facili e superficiali, certamente mi aiuta a riflessioni più attente e profonde su quei fenomeni che fanno dell’Africa un mondo sempre tanto misterioso e insieme affascinante.Amo ripetere che ‘l’Africa da una parte ti fa paura e dall’altra esercita un fascino che te ne fa innamorare a prima vista’. Certamente le cose stanno cambiando in un modo che dodici anni fa non avrei osato immaginare: sentire squillare due telefonini alla messa domenicale del mattino a ‘Ntambue, con il relativo aspro rimprovero del mulami, non è cosa di poco conto. Ed ancora, l’università cattolica Nostra Signora del Kasai, voluta dai vescovi della regione e riconosciuta dallo Stato, con le sue cinque facoltà raccoglie oltre tremila studenti ed è il segno di un Paese che sta marciando a grandi passi verso il futuro: assistere tra le capanne alla festa di laurea in medicina di un giovane fatto studiare dalla Missione commuove e incoraggia. Nel frattempo rimangono i vecchi e annosi problemi legati all’igiene, alla salute, alla precarietà delle abitazioni, alla condizione femminile, alla totale mancanza di energia elettrica, alla mancanza di ogni sicurezza sociale e di vita degna di un essere umano. Ed è proprio in questa visione che ancora mi colpisce e mi interroga quella loro grande voglia di cantare e di godere le piccole e povere cose che hanno. Come non commuoversi di fronte alla scena dolcissima, sul primo banco della chiesa, del bambino che accarezza il seno che la mamma gli ha porto al suo primo cenno di pianto. Come non interrogarsi di fronte al corteo di donne che accompagnano al villaggio la giovane mamma con il suo piccolo appena uscita dalla nostra maternità, cantando e danzando proprio mentre stiamo celebrando vicino all’edicola della Madonna la fine del mese mariano di ottobre e David, il giovane prete originario di ‘Ntambue, sta spiegando in ciluba il significato di Maria Madre dei cristiani perché mamma di Gesù? Come non riflettere e non gioire tutti noi di fronte alle cifre che riguardano la nostra missione sia dal punto di vista delle opere realizzate, le nuove chiese, le scuole i centri di salute, sia il forte impegno sul piano della formazione e della scolarizzazione, con le centinaia e centinaia di bambini e ragazzi che possono frequentare le scuole, sia primarie che secondarie e tecniche, sia il sostegno dato a oltre dieci giovani universitari, sostenuti economicamente fino alla laurea, con l’impegno e la speranza che possano poi impegnarsi a favore dei loro fratelli? Pur con tutti i limiti e i possibili errori che possono esserci stati, questi venti anni della nostra presenza a ‘Ntambue sono veramente un fatto grosso e significativo sotto ogni aspetto, forse poco sentito nel nostro territorio, certamente molto apprezzato e riconosciuto dalla diocesi di Kananga e dagli abitanti della missione.
Amore a prima vista
L'Africa raccontata da don Francesco De Santis, missionario in Congo
AUTORE:
Don Francesco De Santis