In merito alla permanenza forzata da più di cinque giorni a bordo della nave “Gregoretti” di diverse persone migranti soccorse in mare dalle Autorità italiane nella zona Sar maltese, il Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, ha inviato una lettera al Comandante generale della Guardia Costiera, Giovanni Pettorino.
Configurando la situazione dei migranti a bordo come “una privazione de facto della libertà personale”, il Garante ha chiesto di “ricevere urgentemente informazioni sulle loro condizioni e sulle circostanze del negato sbarco”.
In particolare, il Garante ha espresso l’esigenza che gli vengano fornite delucidazioni in relazione alla risposta o meno alla richiesta di un “posto sicuro” (Pos). Inoltre ha chiesto notizia circa “la consistenza numerica delle persone migranti a bordo e la presenza di particolari vulnerabilità; la sistemazione in ambienti coperti o esterni; le condizioni materiali della nave (inclusa la fruibilità dei servizi igienici e la disponibilità di acqua corrente) e infine notizie circa le misure messe in atto per rispettare gli obblighi inderogabili di cui all’articolo 3 della Convenzione europea per i diritti umani – che vieta trattamenti inumani o degradanti – con particolare riferimento all’accesso a cibo e acqua e alla tutela della salute”.
Nella lettera, il Garante ha inoltre ricordato che – in qualità di Meccanismo nazionale di prevenzione ai sensi del Protocollo Onu alla Convenzione contro la tortura o altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (Opcat), ratificato dall’Italia con legge 195/2012 – è “suo compito e obbligo intervenire a garanzia dei diritti fondamentali delle persone che si trovano a essere sottoposte a una misura di privazione di fatto della libertà, senza un ordine formale di un’autorità, ricorribile davanti a un giudice”.