Umbri volontari in Kosovo, dove manca tutto

La settimana scorsa è partito dall’Umbria un tir carico di viveri e vestiario, contenente anche un bobcat e attrezzature varie per la panetteria. In tutto 220 quintali di aiuti diretti alla casa di Leskoc in Kosovo, casa di accoglienza creata da Caritas Umbria nel 1999. A cosa servono questi particolari tipi di aiuti? La casa da vent’anni accoglie una quindicina di minori rimasti soli e i suoi volontari si occupano anche dell’assistenza alle tante famiglie del luogo che vivono in condizione di estrema povertà.

Per sostenere il progetto economicamente, la casa è organizzata sul modello di una fattoria, con laboratori di avviamento al lavoro per le ragazze e i ragazzi ormai diventati grandi. “L’economia in Kosovo è ferma da tempo ad un’economia di sussistenza legata solo ed esclusivamente all’agricoltura per l’autoconsumo” racconta Luca Uccellani, vice direttore della Caritas di Gubbio che da anni si occupa della missione in Kosovo.

LO STATO DEL KOSOVO

– Il Kosovo è una repubblica parlamentare autoproclamatasi indipendente dalla Serbia il 17 febbraio 2008.

– L’ indipendenza del Kosovo è riconosciuta da 102 Stati membri dell’Onu (tra cui l’Italia), da Taiwan e Malta; non è riconosciuta da altri come Serbia, Russia, Cina, Spagna e neanche dalla Santa Sede, considerando i rapporti di quest’ultima con la Chiesa ortodossa serba.

– La popolazione totale è di circa 1.800.000 abitanti nel 2019. Il 53% della popolazione è al di sotto dei 25 anni.

– La religione principale è quella islamica. I cattolici sono circa 64.000.

– Nel settembre 2018 il Papa ha ricostituito l’antica diocesi di Prizren-Pristina.

– La cattedrale di Pristina è dedicata a Madre Teresa di Calcutta, i cui genitori erano kosovari.

 

“Le famiglie sopravvivono coltivando il piccolo appezzamento di terreno che hanno – prosegue Uccellani – , ma molto spesso non hanno neanche quello o non riescono a coltivarlo per ignoranza o disagio sociale”.

“Per dare qualche possibilità di lavoro in più – sottolinea Uccellani – è stata creata una cooperativa composta da una decina di ragazzi, i primi bambini accolti dalla casa”. “La cooperativa è attiva in diversi settori (continua a leggere sull’edizione digitale de La Voce).

Ogni anno, specialmente d’estate, dalle varie diocesi dell’Umbria partono gruppi di volontari per dare una mano in tutti gli aspetti della vita della casa, dall’accoglienza e l’intrattenimento dei bambini alle pulizie, dai lavori manuali della cooperativa al servizio nella locale parrocchia cattolica.

In questi giorni fino al 7 luglio sono in Kosovo 21 giovani delle scuole superiori dalla diocesi di Perugia (scopri anche quali sono le diocesi dell’Umbria che mandano gruppi di volontari).

Valentina Russo