Se con il battesimo siamo già uniti a Cristo, che bisogno c’è della cresima? E perché si dice che la cresima abiliti a ricevere l’eucaristia, se la riceviamo dopo?
Parlare dello sviluppo storico-rituale del sacramento della confermazione, così come parlare separatamente del battesimo e dell’eucarestia, non è affatto semplice; per diversi motivi, a partire dal fatto che solo a un certo punto della storia, in maniera graduale, si è consumata la scissione tra i sacramenti dell’iniziazione cristiana, e solo nella Chiesa d’Occidente.
Ciò significa che nei primi secoli di vita della Chiesa il battesimo, la confermazione e la partecipazione all’eucarestia erano vissuti come un unico grande sacramento, celebrato nella Veglia pasquale.
In Occidente, con la diffusione del cristianesimo e una cultura sempre più accogliente verso questa fede, dal V secolo in avanti si è sviluppato un nuovo modello di iniziazione, che ha visto il prevalere del battesimo dei bambini e il tramontare del catecumenato degli adulti, con la conseguente dilazione dei tre sacramenti nel tempo. La confermazione restava prerogativa del vescovo, e vi era la necessità di una formazione cristiana post-battesimale.
Il Concilio Vaticano II ha cercato di recuperare l’unità dei tre sacramenti, non solo riscoprendo il catecumenato antico con il rito di iniziazione cristiana degli adulti, ma anche invitando alla revisione del rito del battesimo dei bambini e del rito della confermazione, affinché possano manifestare la stretta unità tra i tre sacramenti – che però è rimasta in una dimensione piut- tosto “teorica” che pratica.
Questa unitarietà dei sacramenti dell’iniziazione cristiana non è mai stata abbandonata nelle Chiese ortodosse e nelle Chiese cattoliche di rito bizantino nelle quali, pur avendo accolto la pratica del battesimo dei bambini, è stata mantenuta l’unità temporale dei tre sacramenti. Accade sempre più spesso di vedere un battesimo celebrato nella tradizione delle Chiese orientali, con il bambino che viene immerso nell’acqua e poi riceve il pane e il vino consacrati!
Senza entrare nel merito dello sviluppo rituale della confermazione a partire dalla sua scissione dagli altri due sacramenti dell’iniziazione, ci introduciamo all’attuale rito cercando di capire come sia stata in parte recuperata quell’unità che era andata perduta.
La liturgia del sacramento, preceduta dai riti d’introduzione e dalla celebrazione della Parola di Dio, trova il suo avvio nella rinnovazione delle promesse battesimali, ristabilendo così la stretta connessione tra confermazione e battesimo. Qui gli stessi cresimandi esprimono personalmente quella fede che i genitori e il padrino e la madrina hanno espresso il giorno del loro battesimo. Continua poi con l’imposizione della mani, la crismazione e la preghiera universale, alle quali dedicheremo tempo nelle prossime uscite.
A questo punto segue la liturgia eucaristica, se la confermazione è celebrata durante la messa. Questa possibilità, consigliata dallo stesso Rituale e ordinariamente svolta oggi, è la possibilità di riscoperta dell’intima connessione tra confermazione con tutta l’iniziazione cristiana, “che raggiunge il suo culmine nella partecipazione conviviale al sacrificio del corpo e del sangue di Cristo.
Così i cresimati possono partecipare all’eucaristia, che porta a compimento la loro iniziazione cristiana” (Premesse al rito, n. 13).
Don Francesco Verzini