di Daris Giancarlini
Neanche Pinocchio! Pare che Donald Trump, il miliardario che da tre anni si trova a decidere le sorti degli Stati Uniti e quindi di più di mezzo mondo, da quando siede sulla poltrona della Casa Bianca – che fu di Roosevelt, Kennedy e Obama – avrebbe pronunciato oltre 10 mila bugie.
Circa 23 al giorno, secondo il conto fatto da un grande giornale americano, il Washington Post.
La maggior parte di queste menzogne, Trump le avrebbe dette incontrando pubblicamente i propri sostenitori. Come ha risposto il Presidente Usa a questi rilievi?
Con l’ennesimo attacco a giornali e giornalisti “nemici del popolo”. C’è un termine che caratterizza l’attuale fase sociale e politica: “disintermediazione”.
La classe politica ora vincente tende, soprattutto tramite i social media, a raccontare direttamente le proprie ‘storie’ ai cittadini. La politica non è più un confronto di idee ma uno scontro di storie, che fanno aumentare consenso ma non progettano futuro né tantomeno risolvono problemi. È la politica dell’immediatezza, che vive di soluzioni facili, smargiassate, insulti. E bugie. Post-verità, la chiamano. Con la sicumera di chi, avendo destabilizzato qualsiasi soggetto terzo deputato a verificare la realtà dei fatti, sa che non pagherà pegno. Basta denigrare la Fata turchina per evitare che Pinocchio venga smascherato.