Da ‘dj’ a ‘strumento’ di Dio

DIOCESI. Sergio Merendelli, ex disc-jockey, è stato ordinato sacerdote. Le tappe della sua avventura

‘Gioisco pure io con l’intera diocesi, prima di tutto perché sei nato e cresciuto in questa diocesi, e sono tanti quelli che ti ricordano come l’animatore di sagre, manifestazioni canore e come il popolarissimo disc-jockey ‘Cibotta’; e poi perché con il tuo servizio arricchirai pastoralmente lo stupendo santuario della Madonna di Belvedere’: con queste parole il vescovo diocesano, mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, si è rivolto a fra Sergio Merendelli, frate cappuccino, poco prima di conferirgli l’ordinazione presbiterale, sabato 30 settembre scorso. La celebrazione è avvenuta nella chiesa parrocchiale di San Giustino, dove fra Sergio è stato battezzato oltre sessant’anni fa. Per questo motivo Sergio ha desiderato di essere ordinato prete in quella stessa chiesa dove ha avuto inizio la sua storia di cristiano. Una storia, questa, lunga, caratterizzata da un periodo di lavoro come impiegato alle officine ‘Nardi’ di Selci, dall’impegno giornalistico e dalla passione per la musica, specialmente per quella da discoteca. Poi la decisione di cambiare stile, di mettersi a servizio del prossimo in Bolivia, per insegnare ai ragazzi un lavoro e annunciare il Vangelo con la testimonianza di una vita spesa nel servizio. E qui, l’incontro con una suora che lo aiuta a capire che Dio lo chiama a una donazione totale della vita. Accolto tra i frati cappuccini dell’Umbria, fra Sergio ha completato il periodo della formazione e attualmente sta ultimando gli studi nell’Istituto teologico di Assisi. All’omelia il Vescovo, ricordando l’esempio del frate cappuccino san Leopoldo Mandic e citando le parole di sant’Agostino e del Concilio Vaticano II, ha esortato fra Sergio a essere strumento della misericordia di Dio, una misericordia che rifiuta sempre l’errore, ma riconosce sempre la dignità di persona all’errante. ‘Forse oggi noi sacerdoti – ha proseguito il Vescovo – abbiamo annebbiato questo ministero di riconciliazione, che il Signore ci ha consegnato. Forse, a questo ministero, molte volte, diamo i frammenti del nostro tempo, presi da tante altre occupazioni della vita pastorale’. Rivolgendosi ai preti mons. Ronchi ha detto: ‘La nostra attività pastorale esige che stiamo vicini agli uomini e a tutti i loro problemi’. All’ordinazione erano presenti numerosi frati cappuccini dell’Umbria e delle Marche, i novizi del noviziato interprovinciale di Camerino, i familiari (con in testa la mamma Erminia), alcuni preti della diocesi, di Assisi e della vicina Sansepolcro, dove fra Sergio è molto conosciuto.

AUTORE: Andrea Czortek