di Daris Giancarlini
Alla vigilia della Quaresima, Papa Francesco ha lanciato una raccomandazione ai fedeli: “Il chiacchiericcio semina guerra, la lingua fa iniziare le guerre. Per questo – ha detto Bergoglio – ci sono due medicine.
La prima è la preghiera, la seconda è una cosa pratica: ‘morditi la lingua’. Ma forte, perché così si gonfierà e non potrai parlare”. Com’è suo apprezzato costume, il Pontefice non usa giri di parole quando deve stigmatizzare quei comportamenti umani che minano la convivenza pacifica e ammorbano con i loro miasmi l’esistenza di individui e collettività. Il chiacchiericcio – come lo ha definito il Papa – non è un tratto caratteristico della modernità; esiste da quando esiste il genere umano.
Quello che è tipico dei tempi attuali è il mezzo usato per far camminare più velocemente offese e insulti, quando non vere e proprie calunnie. Ora ci sono i ‘social’, le piattaforme in Rete, cellulari e chat: tanto efficaci nel propalare negatività da provocare, nei casi più drammatici e tristi, persino il suicidio delle vittime del chiacchiericcio. “Morditi la lingua fino a farla gonfiare”, ammonisce Bergoglio. Il problema è come fermare quelle dita intente a digitare nefandezze.