Domenica pomeriggio 24 settembre – festa della Chiesa locale – nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, dinanzi a millecinquecento fedeli e a numerosi sacerdoti, religiosi e religiose, l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti ha ufficialmente aperto il Sinodo diocesano (l’ultimo venne celebrato nel 1942) e il processo informativo sulle virtù umane e cristiane del servo di Dio Vittorio Trancanelli. Al mattino, inoltre, si è svolto il convegno diocesano dei catechisti parrocchiali. Mons. Chiaretti, nell’omelia, ha illustrato il significato di questi importanti appuntamenti che vedono impegnata la Chiesa locale, il suo presbiterio e i fedeli più sensibili e inseriti nella vita della comunità. ‘Giornata di gioia la nostra, grandissima – ha detto l’Arcivescovo -, che viene da alcune mete raggiunte: in primo luogo, l’apertura del processo diocesano conoscitivo sulla vita e le virtù d’un servo di Dio a noi caro, il dottor Vittorio Trancanelli, morto otto anni fa ma ancora vivo nella memoria e nel cuore di tanta gente. E questo è un segno che la Chiesa perugina è viva. Ricerchiamo però anche altri segni di questa natura: le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, alla cui promozione dedicheremo quest’anno particolare impegno; e la fioritura capillare della carità nelle famiglie e nelle parrocchie verso i poveri tradizionali: malati lungodegenti, anziani in casa ecc. Anche di questi segni dobbiamo farci carico. Altro motivo di gioia è l’apertura del Sinodo diocesano, a 64 anni di distanza dal precedente. Il Sinodo è una sorta di carta nautica per la navigazione della nostra Chiesa tra le insidie d’una cultura che fa a meno di Dio ed anzi lo contesta. S’è svolto quest’oggi anche il consueto raduno diocesano di catechisti parrocchiali, che hanno riflettuto insieme sui problemi dell’educazione religiosa verso i figli che patiscono tutte le contraddizioni del nostro tempo: famiglie in crisi o già divise, poca o nessuna educazione alla fede, povertà della testimonianza cristiana… Piace salutarli con particolare gratitudine, e attraverso di loro salutare i milleseicento catechisti della diocesi, augurando loro di vivere con gioia ed umiltà il loro prezioso ministero, fedeli alla dottrina della Chiesa, ma anche fedeli ai ragazzi che cercano pane buono per la loro vita’. Mons. Chiaretti è passato poi ad illustrare il significato del sinodo, come di un tempo di riflessione sul rinnovamento della Chiesa locale, una specie di nuova plantatio ecclesiae, rispondendo alla ispirazione dello Spirito santo, invocandolo perché agisca nella nostra comunità come nella Pentecoste, quando investì i Dodici in preghiera con Maria. Non ha mancato di notare che la nostra Chiesa, pur ‘provata dalla sofferenza’, è chiamata a quella ricostruzione del tessuto cristiano della società che Giovanni Paolo II propose durante la sua visita a Perugia il 26 ottobre 1986. L’Arcivescovo ha concluso la sua omelia con una nota di ottimismo, rifacendosi al gesto di Gesù che pone al centro della assemblea un bambino, come narrato dal Vangelo del giorno: ‘In realtà il sinodo è un servizio e occorre entrarci con lo spirito del servo che, guarda caso, in aramaico si dice talyà, parola unica per indicare sia il bambino che il servo. E quell’abbraccio di Gesù ad un bambino è il segno dell’ottimismo di Dio, che dà speranza a noi tutti e al nostro cammino di Chiesa, dicendoci chiaramente che non possiamo indugiare sulle nostre miserie, ma occorre andare avanti con coraggio e fiducia perché la vita sopravanza ogni malinconia’. Al termine molte persone si sono informate sulla persona di Vittorio Trancanelli parlando con la moglie Lia presente insieme ad altri familiari, amici e testimoni.