Morendo, Oriana Fallaci è schizzata per un giorno sulle prime pagine di tutti giornali del mondo, per tornare poi rapidamente nel silenzio che Dio garantisce a tutti noi, indistintamente, di diritto, al termine di questa cavalcata a volte sonnolenta, a volte impetuosa che chiamiamo vita. Fu vera gloria? Certamente sì, ma fino ad un certo punto. Quel suo coraggio adamantino che l’ha resa odiosa a molti potenti. Quel suo fiuto giornalistico da cane da punta che l’ha portata a intervistare, spesso vivisezionandoli, i massimi personaggi del nostro mondo. Quella sua indipendenza di giudizio, quel suo non tener conto dell’opinione dominante che hanno tanto irritato i potenti di ogni sponda, vietando loro l’esercizio del diritto di replica per paura dalla frustata prossima ventura. Polvere di stelle. Poi però arriva il momento in cui l’anticonformismo programmatico mostra la corda. In fondo, conformismo e anticonformismo si equivalgono nello sbarrare il passo alla comprensione dei fenomeni, soprattutto in questo nostro mondo, la cui complessità esclude che lo si affronti con gli occhi cerchiati di sdegno e la scimitarra in mano: ci vogliono gli occhialini da laboratorio, il bisturi ci vuole, e di quelli modernissimi, al laser, quelli che spaccano in sedici il capello già spaccato in quattro. Fu vera gloria? Tutto sommato, sì. Polvere di stelle. Ma nessuno o quasi ha ricordato che nel cimitero dover giace Oriana Fallaci riposa un’altra giornalista, la cui gloria a mio modo di vedere fu ben più vera e più grande: è la sorella di Oriana, Neera, morta tanto tempo fa, giovanissima, ma dopo aver portato a termine un autentico capolavoro giornalistico; un giornalismo non d’attacco, ma di riflessione autentica. Alludo a Dalla parte degli ultimi. Vita del prete Lorenzo Milani. Lo ha rieditato anche di recente la Milano Edizioni. Il giornalismo di riflessione è autentico quando mantiene la capacità di stupirsi, nel cuore di temi che sulla pelle della gente comune scivolano come l’acqua fresca dopo il bagno in mare, al tempo del solleone. E Neera Fallaci s’inoltrò nei percorsi di vita di don Lorenzo Milani con lo stupore di chi scopre ad un passo da casa l’azione silenziosa di forze spirituali delle quali non sospettava nemmeno l’esistenza. Ne è venuto fuori il ritratto di gran lunga più succoso e preciso del Priore di Barbina, tra quelli che io conosco. Fra cento anni lo si potrà leggere con la stessa utilità spirituale di oggi. Fra cento anni la causa di beatificazione di don Milani sarà ancora ben lontana dal concludersi, si prevede che durerà quanto quella del Savonarola, perché nella Chiesa l’esercito del ‘Ne quid nimis’ con la propria massa opaca sbarra la strada ai profeti e la facilita ai ragionieri. Ma don Milani resterà sempre don Dilani. Grazie a Neera. Oriana, Neera, polvere di stelle. Il Signore vi dia pace.
Polvere di stelle
AUTORE:
Angelo M. Fanucci