Il 5 gennaio a Istanbul il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, con i diritti che gli conferisce la sua autorità speciale nel mondo ortodosso, ha firmato il documento che concede l’“autocefalia” (autonomia da Mosca) alla Chiesa ortodossa ucraina. La cerimonia di firma è stata preceduta da una liturgia celebrata dal clero del Patriarcato “ecumenico” (cioè di Costantinopoli) insieme al clero della Chiesa ortodossa dell’Ucraina. Al rito hanno partecipato anche il presidente ucraino Petro Poroshenko, il presidente del Parlamento nazionale, Andriy Parubiy, e una serie di rappresentanti del Governo.
Successivamente il patriarca Bartolomeo, il metropolita Epifanio e il presidente Poroshenko hanno lasciato la chiesa di San Giorgio e hanno avuto un incontro tra loro. Poi sono tornati in chiesa, dove il patriarca Bartolomeo e il metropolita Epifanio hanno elevato una preghiera, in seguito alla quale il capo del Patriarcato ecumenico ha apposto la propria firma sul documento (Tomos) che attesta ufficialmente l’indipendenza della Chiesa ucraina.
La firma del Tomos si è svolta al centro della chiesa di San Giorgio, e il documento è entrato in vigore dal momento della sua firma. La Chiesa ucraina è diventata così la quindicesima Chiesa ortodossa locale.
Prendendo la parola, Bartolomeo ha detto che Costantinopoli accoglie e abbraccia il popolo ucraino “come vera madre”, sottolineando di aver sempre agito a servizio dei “desideri e degli interessi dei suoi figli”. Il Patriarca ha parlato di una “giornata storica” vissuta a sostegno dei “diritti del popolo ucraino e della giustizia in generale, ma anche dei diritti umani e, in particolare, della libertà religiosa per tutti i popoli e le nazioni”.
E rivolgendosi direttamente al metropolita Epifanio, ha detto: “Beatitudine, è stato un tuo diritto chiedere e richiedere l’autocefalia. Ed era un diritto e un privilegio della tua madre Chiesa di Costantinopoli conferirti questo stato.
Preghiamo incessantemente perché ti dimostri degno di questo dono, e agisci come prezioso compagno di viaggio delle altre Chiese sorelle a servizio dell’unità e della cooperazione pan-ortodossa, così come per la nostra comune testimonianza al mondo contemporaneo, che ha un’inesauribile sete di spiritualità nascosta nei tesori dell’ortodossia”.
Il presidente Poroshenko ha ringraziato Bartolomeo per il suo amore per l’Ucraina e per il popolo ucraino, e per il coraggio che ha dimostrato fin dal momento in cui ha deciso di avviare il processo di concessione dell’autocefalia alla Chiesa ucraina.
Dopo aver ringraziato anche il Santo Sinodo e i membri del Parlamento, la gratitudine di Poroshenko si è rivolta ai “milioni di ucraini in tutto il mondo. Solo grazie alle vostre preghiere” questo giorno “è diventato possibile”. “Desidero esprimere – ha quindi detto il metropolita di Kiev, Epifanio – la nostra gratitudine al Presidente dell’Ucraina e a tutti coloro che hanno lavorato con lui e sotto la sua guida per aiutarci a realizzare il sogno di generazioni di gerarchi ortodossi ucraini e credenti di avere una Chiesa ortodossa autocefala”.
Il 6 gennaio, per la solenne festa della santa Teofania, il metropolita ha concelebrato con il Patriarca ecumenico nella chiesa patriarcale. Dopo la lettura del Vangelo, il Patriarca di Costantinopoli ha consegnato ufficialmente la pergamena di conferimento dell’autocefalia a Epifanio ed è avvenuto lo scambio dei discorsi ufficiali e dei doni commemorativi tra i due Primati della Chiesa ortodossa. Al termine della concelebrazione, la benedizione delle acque sulla banchina del Fanar (sede del Patriarcato di Costantinopoli), con la partecipazione dei due Primati.