L’affidamento del creato all’uomo ha un duplice obiettivo: coltivarlo per trarne sostentamento – come dice il Salmo: “Vivrai del lavoro delle tue mani” – e custodirlo affinché “ogni essere vivente dia lode al Signore”.
La storia dell’umanità ci conferma però il realismo di un altro Salmo che recita: “Con il sudore del tuo volto mangerai il pane”, sudore che spesso ha il sapore e il colore del sangue. Tra la realtà concreta impastata di conflitti e di buone pratiche c’è un limbo popolato dal non-lavoro, dalla ricerca infruttuosa, dalla mancanza di opportunità.
E ci sono persone che, pur lavorando h24, non producono ricchezza ma valori sociali e umani; quali la casalinga, che, secondo cliché purtroppo ancora attuali, non hanno diritti perché “non hanno lavorato” e quindi non hanno contribuito economicamente. Qui sta il più grande equivoco della concezione del lavoro.
Il primo fondamento del suo valore è l’uomo stesso: infatti il lavoro è per l’uomo, non il contrario. Appartiene all’uomo la capacità di esprimersi attraverso di esso e di sviluppare la propria creatività, il dovere di acquisire il necessario per la vita e di offrire il proprio contributo alla società.
Sono punti fermi della dottrina sociale della Chiesa che sembrano lontani dalla realtà, ma, senza riferimenti etici, il lavoro si trasforma in schiavitù il cui unico obiettivo è lucro per alcuni, non certamente vita degna per tutti. Diceva Papa Francesco in un’intervista: “Alla formazione tecnica va aggiunta una formazione ai valori per permetter alle persone di dare il giusto valore al lavoro, seppur faticoso”.
Il mondo del lavoro è una realtà sempre più ampia che richiede il superamento di alcuni stereotipi di contrapposizione: datore di lavoro e lavoratore, dipendente pubblico e privato, così come è urgente recuperare l’equilibrio tra diritti e doveri. Sono questi i motivi che hanno spinto Nova Civitas a elaborare un percorso improntato sul lavoro, argomento di interesse comune, in continuità con la Settimana sociale dei cattolici: “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”.
Ascoltare voci diverse a partire dal pensiero sociale cristiano, confrontarsi e avanzare proposte fa parte dell’esercizio di democrazia e di partecipazione del discepolo di Cristo alla costruzione di una società più umana secondo il progetto del regno di Dio.
Apriranno la serie di incontri il 10 novembre alle ore 16 nella sala Pieri (Orvieto) il nostro vescovo Benedetto Tuzia e il sociologo Andrea Casavecchia, docente all’università di Roma 3. Si tratterà il tema “La centralità dell’uomo nel lavoro, problemi e prospettive”.
Per info: novacivitas@diocesiorvietotodi.it; programma dettagliato su www.diocesiorvietotodi.it.
Suor M. Luisa Gatto, smr