di Pier Giorgio Lignani
La settimana scorsa ho parlato della Chiesa dell’America Latina come vivaio di quella che potrebbe essere la Chiesa del futuro, per la vivacità e la ricchezza spirituale dei suoi Pastori – e basterebbe citarne uno, quello che adesso è a Roma. Purtroppo il panorama di quel mondo non è altrettanto confortante se si guarda ai Governi, alla società civile, alle strutture economiche.
Naturalmente non si può fare di ogni erba un fascio, visto che si parla di più di venti Stati, distribuiti su un territorio sterminato, dal confine meridionale degli Usa alla Terra del fuoco, diversi fra loro per dimensioni, geografia, composizione etnica della popolazione, regime politico.
Ma hanno anche molti tratti in comune: tutti hanno nel loro passato la colonizzazione europea, e questa ha lasciato un’eredità di disuguaglianze sociali fortissime, ordinamenti politici instabili, democrazie incerte e alternate da dittature ferree, crisi economiche cicliche e devastanti.
C’è in queste settimane un episodio sconcertante: una vera e propria fuga di migliaia di persone da alcuni Stati dell’America centrale – in particolare Honduras, Salvador e Guatemala – per entrare in Messico e quindi proseguire per migliaia di chilometri fino agli Stati Uniti. Il tutto a piedi, e con l’accompagnamento di pochi mezzi di trasporto.
Un esodo biblico, si direbbe. Si sta verificando lì una replica di quella migrazione che proviene dall’Africa subequatoriale, attraversa il deserto libico e infine affronta il mare per approdare in Europa.
Qualcuno dice che nella visione di quei fuggiaschi il Messico è l’equivalente di quello che è il mar Mediterraneo per gli esuli africani. Di diverso c’è che i migranti dell’America centrale non sono messi in fuga da guerre o da carestie, ma da condizioni di vita rese insostenibili dalle bande di criminali violenti che li spogliano dei loro pochi averi.
Una nuova pagina di dolore nella storia del pianeta; l’ennesima prova che solo uno sforzo collettivo di solidarietà su scala mondiale potrà dare serenità al genere umano.